CARILLON: Il Grande Brivido
data
03/02/2015Ideati dalla mente del drummer Loris Rigoni, gli scaligeri Carillon hanno come obiettivo quello di creare una particolare espressione musicale facendo leva sulla coesisteza delle multiformi influenze. I nove brani di esordio discografico che ne conseguono, dalla durata che eccede di poco la mezz'ora, si muovono tra hard di stampo anni '70 (ma non come tipologia quella di AC/DC e Queen evidenziata nella biografia), e italian rock simil Litfiba piuttosto che Diaframma in cui viene evidenziata anche una certa dark-wawe, talvolta affiorano reminiscenze prog sempre del periodo seventy. La cosa che salta subito all'orecchio è la peculiarità della timbrica di Patty, molto lirica (sembra piuttosto vicina a quella di Antonella Ruggiero, ex Matia Bazar), ma che nella lodevole intenzione di introdurre qualcosa di innovativo rischia invece di creare frizioni con la materia sonora, e che dopo alcuni brani può risultare stancante nonostante gli introspettivi testi siano stati architettati in maniera non certo banale. Anzi, secondo noi si dimostrano di qualità sopraffina. Piacciono comunque una buona quantità di passaggi strumentali come nell'opener "Il Sogno", emblematica fin dal titolo dell'onirico clima che si viene a respirare, così come nella title track. Tutto il resto si muove tra variazioni di tempo, momenti all'insegna di melodie più o meno ricercate, ed altri in cui si privilegia una maggior potenza, in particolar modo fa una certa sensazione l'incredibile intervento in growl nella multiforme "Stato Adrenalinico". Complessivamente le idee ci sono e sono convogliate al raggiungimento di qualcosa di importante, ma causa la problematica sopra evidenziata in aggiunta ad una produzione obiettivamente troppo rustica il lavoro stenta a decollare non rendendo così il giusto merito alle qualità dei singoli interpreti.
Commenti