CANCER: Family, Music, Me
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14/10/2010Un disco che inizia con un brano solo chitarra e voce filtrata ed il suddetto è pur noioso non promette nulla di buono. Se poi al secondo pezzo, una sorta di brit-pop ci assale, i dubbi si confermano. Aggiungiamo un marcatissimo accento cocknee del cantante Joel Bader ed il fatto che la band non proviene da Soho o Camden Town ma da Basilea allora la mega-frittatona è fatta. Nessuna preclusione alla musica elvetica, anzi: Krokus, Gotthard o China sono band che chiunque invidia ai rosso-crociati. Il fatto è che di band come Oasis e Blur pensavamo di essercene disfati. Invece c'è ancora qualcuno che forse segue questo genere o meglio lo vuole emulare. Nulla a che vedere con il brit di oggi, anche se Radiohead e Stereophonics sono cloni di qual che accadde negli anni '90 (mio Dio, ma che razza di decennio è stato? Prima il grunge poi il brit-pop? Terribile!), ma questi Cancer proprio sono duri da digerire, insomma, il moniker rispecchia l'artista. Non si trova un brano veramente degno di nota, la costruzione dei pezzi è quantomeno confusa, mini-solo di batteria all'interno di un pezzo noioso, tastiere che ripropongono lo stesso passaggio loopato all'infinito! Anche il singolo "Over And Out" viene pure riproposto alla fine in versione dance! E' veramente dura arrivare fino alla fine, ancora più arduo ascoltare questo disco una pletora di volte nella speranza di essersi sbagliati oppure esserne illuminati e trovare dei punti positivi. Purtroppo la negatività serpeggia sia nell'ascoltatore più aperto di vedute possibile ma anche nella band stessa. Unico aspetto positivo è la produzione curata da Clemens Matznick, noto per i suoi lavori con i Guano Apes e Rammstein ma che ovviamente non cambia di una virgola il giudizio finale. Seguire quindi al termine dell'ascolto queste semplici istruzioni: inserire il dischetto nella sua custodia, riporlo nel cassetto dei ricordi più reconditi e chiudere bene. Non vorrei mai che rimettesse fuori la testa!
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