BURNING BLACK: PRISONERS OF STEEL
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22/04/2008Il debut album dei Burning Black è davvero grandioso! Quasi mi fa strano credere che sia un'opera prima da quanto è buono. Potenza, melodia (non troppa però) e concretezza per un heavy classico leggermente sporcato con il power tedesco più diretto, copia credibile ma leggermente semplificata e resa così più easy listening del sound dei Primal Fear di mezza carriera (periodo 'Black Sun/Devil's Ground' per capirci). Strumentalmente parlando, la band non fa nulla per sorprendere l'ascoltatore, lasciando che siano i pezzi, dieci più un intro, a parlare per lei; quindi non aspettatevi grandi exploit tecnici o passaggi particolarmente studiati, ma solamente sostanza e concretezza da questa band. Persino i soli sono molto semplici e sbrigativi, per lasciare spazio all'aspetto ritmico del sound. Forti di un singer, Massimo De Nardi, che spesso e volentieri ricorda da molto vicino Tim "Ripper" Owens, e di una sezione ritmica con le cosiddette contropalle, i Burning Black mi hanno convinto davvero. Unico neo per questa prima uscita, una produzione cupa ed assolutamente da migliorare per il futuro. PS: ma l'artwork dove l'avete preso? È davvero spaziale... Volgare e divertente! E per i dischi che verranno cercate almeno di sembrare vivi e vivaci nelle foto del booklet, perché quelle che posso vedere sembrano quasi fotografie da esporre sulle lapidi al cimitero... :)
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