BLOODY CHAIN: No Tears For The Victim
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24/12/2012Un trash aggressivo e potente quello dei bresciani Bloody Chain al quale non manca qualche ventata di death. Le linee ritmiche martellano rabbiosamente e a dovere l'ascoltatore che si approccia a quest'album d'esordio, in soli due anni la band ha preso una posizione ferma e si è fatta spazio guadagnandosi rispetto e fiducia. La matrice thrash attinge dai migliori esempi del genere, e il groove è compatto e massiccio, grosso e spesso come un muro imbattibile, calcificato e consolidato dalla corposità delle chitarre di Davide Andreatta, il basso di Andrea Cioffi e le "mitragliate" del treno Fabrizio Zanardini. La voce di Domenico Alfarano spinge il tutto ai livelli massimi, la ciliegina sulla torta per un'ottima messa in moto e partenza "a razzo". Sono presenti i classici tempi in "half time" come per ogni buon trash che si rispetti (a giustizia di chi vuol salvare il collo dall'handbanging e conservare un po' la spalla durante il pogo), e qua e là i ragazzi ci spiazzano con dei rallentamenti, come una brusca frenata, per poi ripartire. L'album si apre con un'intro, una buona idea per dare il via alle danze, anzi al massacro; alla posizione numero otto c'è una sorta di interludio "The Beginning.." prima di riprendere, a completamento di quest'ultimo, con l'energica "..Of Their Defeat". Si chiude con "Use My Name" e negli ultimi 3:41 minuti i ragazzi ci danno dentro chiudendo alla grande questo lavoro. 'No Tears For The Victim' è il titolo del disco, diremmo azzeccato, selvaggio tanto quanto la loro musica, un buon disco di presentazione che lascia costruire buone aspettative, la miscela è esplosiva e noi siamo pronti a fare rifornimento.
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