BLOODLIGHTS: BLOODLIGHTS
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07/02/2008Si scrive Bloodlights, si legge rock ‘n’ roll: questo è quello che la band scandinava sa fare meglio, e questo è quello che effettivamente mette in pratica. Del resto, i Bloodlights sono il frutto della mente di Captain Poon, ex-chitarrista degli ormai sciolti Gluecifer ed ora frontman di questo suo nuovo progetto. La proposta musicale, come accennavo prima, si concretizza in un hard rock piuttosto leggero e influenzato dal punk e dal rock scandinavo; il risultato sembra nel complesso abbastanza riuscito, anche se forse un po’ più di cura nel songwriting non avrebbe guastato alla riuscita complessiva dell’album. Il disco è il loro esordio discografico, quindi qualche imperfezione può sicuramente essere giustificata: ma non possiamo fare a meno di rilevare una certa differenza fra la prima e la seconda parte di questo lavoro. Infatti nella prima metà possiamo trovare tutti i brani più riusciti del lotto, come ad esempio l’ottima opener "Where The Stars Don’t Shine", o la trascinante "Addiction", o ancora la divertente "One Eye Open"; è solo con la seconda parte che la tensione comincia a scemare, a partire dalla noiosa "Screwing Yourself" fino alla conclusiva (e banale) "Over When I’m Done ". Un lavoro riuscito solo a metà, insomma, anche se le basi per combinare qualcosa di buono ci sono tutte. Se amate il rock ‘n’ roll, questo dischetto potrebbe costituire una piacevole sorpresa, sempre che siate disponibili a perdonare a questi ragazzi norvegesi qualche piccolo difetto di gioventù.
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