BLASPHEMER: The Sixth Hour
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21/04/2020Il sottoscritto qui deve essere onesto, qualcosa del genere non era proprio immaginabile nel momento in cui si è ritrovato 'The Sixth Hour' in mano. I lombardi Blasphemer, realtà ben nota nel panorama death italico, fino a questo momento non erano mai stati uno dei nomi di punta della scena, al massimo un’onesta band brutal death. Ma con 'The Sixth Hour', un concept album sulla Crocifissione, le cose cambiano completamente: atmosfere pesantissime e malsane, riff e tempi intricati à la Morbid Angel, pura rabbia blasfema à la Deicide, atmosfere pesanti e catacombali à la Immolation e Dead Congregation. È proprio una brutta bestia questo nuovo album, e i tempi cangianti della brutale “Hail, King of the Jews!” lo mettono subito in chiaro, soprattutto con la voce tagliente dell’ottimi Clod “The Ripper” De Rosa, brutale quanto basta, ma con un retrogusto squisitamente black, che si sente tutto anche nella martellante “The Robe of Mockery”, dove i due axe-man fanno un lavoro coi fiocchi con i gli assoli a doppia chitarra. Non mancano momenti di lenta, pesante e catacombale pesantezza come “Via Dolorosa” o l’intensa “De Profundis”, che chiude il tutto con una certa malinconia. Bella anche “I.N.R.I.”, con l’eccellente lavoro ai riff da parte dei chitarristi e complimenti per la teatrale title track, un pezzone in puro stile Morbid Angel, il pezzo perfetto per raccontare la Sesta Ora, ovvero il momento della crocifissione. Lavoro eccellente, produzione pulita e impeccabile senza togliere nulla alla pesantezza old school di ‘The Sixth Hour’, uno dei migliori album death italiani degli ultimi anni.
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