BLACK SABBATH: BLACK SABBATH
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25/01/2008Con l’esordio dei Black Sabbath, la musica ha dovuto fare i conti con una scena diversa, il blues veniva fuori stravolto, senza contenuti hippy o intellettuali, per la prima volta, la musica nera adottata dai bianchi, diventa ancora più oscura, come ben simboleggiato dalle campane a morte che aprono il disco, il preludio di tutto l’hard&heavy. Solidificazione dei riffs e la loro ripetizione ossessiva in strutture immobili in superficie, e l’essoterismo che diventa tema portante, per una musica maligna e distruttiva come mai prima d’allora. C’è sempre un mistero che avvolge i temi sinistri o quei suoni a metà tra il metafisico, il grottesco e il cinema horror. Tony Iommi si rivela una autentica fabbrica di riffs malefici, musiche che sembrano venire da lontano, e destinate a durare in eterno, come l’introduttiva “Black Sabbath”, avvolta in un manto di umidità e fruscii boschivi, di una natura morta che emana il suo terrore, o come il folk blues anomalo di “The Wizard”, o la cantilenante “N.I.B.”, coi suoi riffs e assoli che sono pezzi di storia e fonti di continua ispirazione, aggrovigliati e pronti a rilasciare il loro veleno, come serpenti in una cesta. Ozzy Osbourne dedito alla recitazione e alla declamazione più che al canto, con quella voce sgraziata e talmente personale da essere praticamente unica, per la prima volta il cantante non è più tale e non è nemmeno un cantastorie blues, è il guru di una setta, che sibila messaggi oscuri, come nella sinistra “Sleeping Village”, una delle tante palestre per gli abili tessitori di ritmi, Bill Ward, il batterista con la fissa del jazz (vedi “The Warning”, una suite caratterizzata dalla segmentazione ritmica che le conferisce una struttura aperta, dove Iommi solista poi divaga nella sua migliore prestazione del disco) ed il bassista appassionato di satanismo Geezer Butler, fautore di tetre atmosfere che saranno il filo conduttore di tutto l’album. ”Evil Woman”, cover dei Cow, è scelta per rompere il ghiaccio ed aprire le charts ai Black Sabbath. “Wicked World” è un pezzo ancora più sperimentale e psichedelico rispetto alle folli fughe catacombalisergiche dei pezzi precedenti, un brano che va già oltre l’ invenzione dei Black Sabbath, ancora prima che essa venga recepita. In altre parole, una band avanti a tutti, con un album che si pone avanti a tutti, pure avanti a se stesso.
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