BLACK MAJESTY: SILENT COMPANY
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07/10/2005Dalla lontana Australia arrivano, con il loro secondo album, i Black Majesty, band dedita ad un sound di stampo Power marcatamente melodico. John Cavaliere e compagni non temono di svelare i loro retroscena culturali (musicali), e lungo i 46 minuti di "Silent Company" illustrano come si possa fare Metal d'autore anche laggiù, in quell'angolo di mondo troppo spesso dimenticato dalle label ma che già altre volte ci ha regalato dei tesori inaspettati. E la storia musicale dei "nostri" ci parla di gruppi come gli Helloween e gli Iron Maiden, che fanno capolino dalla voce di John come dalle chitarre di Steve ed Hanny, senza mai esagerare (si è sempre pronti a gridare al plagio stilistico), mantenendo una certa quota di originalità che li caratterizza nel sound sempre soffuso e malinconico, dai lenti alla "Darkened Room" alle tirate come "Firestorm". Tra cori sfuggenti e splendidi contrasti di doppia cassa sotto una chitarra da ballad, le atmosfere di cui questo album è intriso sono estremamente oniriche, a tratti permeate da semplici accenni al Prog più trasognato. Una produzione che rende giustizia ad ogni strumento completa il quadro di un album che non sarà la rivelazione dell'anno, ma sicuramente un ascolto più che piacevole, adatto ai volumi (e gli stati d'animo) più disparati. Manca un po' la spinta ad osare, a distaccarsi in maniera più netta da stilemi come la voce alla Kiske o le chitarre alla Murray, ma è pur vero che l'incontro tra queste due sonorità di riferimento si rivela estremamente fruttuoso, confermando quindi la validità della scelta. Vecchia scuola, quindi, ma alla nuova maniera. Degna di nota, tra le altre, "Never Surrender": pezzo veloce, sicuro prodotto da live act, rappresenta in pieno la fusione tra passaggi soft e contraltari heavy che sottende tutto il disco.
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