BERGRAVEN: Det Framlidna Minnet
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23/04/2019Dieci anni passati dall’ultimo sussulto discografico, sguardo malinconico e una coscienza macerata dal tempo e dal dolore. 'Det framlidna minnet' è il quarto capitolo per gli svedesi Bergraven, progetto di dissonante e cerebrale black metal, catalogabile nella definizione di sound post/avantgarde. Cacofonie jazz, destrutturazioni che non legano l’ascoltatore a trame già viste, il tutto ponderato tra armonie profondamente nostalgiche, rabbia che poi riaffiora e si traduce in un approccio classicamente nero e distruttivo. Full-length complesso, ma non esasperante nell’intercedere sopraffino. Molte tonalità richiamano il classico andamento di Shining, Forgotten Tomb e Ved Bues Ende, anche se manca quell’originalità data dal momento in cui determinate sperimentazioni sono state concepite. L’impronta dei Bergraven ricalca espressività già solcate da altri, tutto ciò non ne svilisce il valore assoluto, ma è chiaro come sia necessario quello spunto che rende unica una proposta per ora ancora destrutturata ma non geniale. Le melodie che soggiacciono a 'Det framlidna minnet' sono refoli di contemplazione che germinano d’improvviso, ventate di freschezza che arricchiscono con intro di qualità un disco che vuol guardare decisamente oltre ai clichè. Allt è uno degli episodi che più di tutti ci entusiasmano, una nera fiamma che vibra e che tra old school e sperimentazione infiamma di gelide speranze il futuro della band. Attivi dal lontano 2002, i Bergraven paiono aver raggiunto una certa maturità, anche se la produzione è comunque scarna visti gli impegni in altre band da parte dei protagonisti. Pär Stille è la mente pensante di una realtà a cui vorremmo venga dedicato più tempo, poiché la libertà espressiva e le soluzioni proposte sono certamente sopra la media e richiedono un approfondito lavoro, così da infoltire una discografia e idee ad oggi relegate forse solo al concetto di “side project”.
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