AURA: Deliverance
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06/04/2011A distanza di tre anni dal predecessore arriva 'Deliverance', concept (dal taglio onirico-religioso) dipinto in uno scenario musicale fatrto di dieci brani che rilasciano positività. L'ascolto ci porta in innumerevoli dimensioni (i titoli aiutano) che sanno abbracciare l'anima più prog-rock della band (elemento già palese nell'opener). Credo che gli Aura abbiano trovato finalmente la loro vera identità: atmosfera più delicata, tecnica mai fine a sé stessa, intrecci di tastiera e stacchi ben definiti di batteria che vanno a segno regalando momenti di tensione alternati a tempi più standard ("Egypt's Call"). 'Deliverance' riesce a cambiar pelle in continuazione, alternandosi tra ballate come "Last Stand", o composizioni come "The Glorious Day" a tratti figlia dei Dream Theater degli esordi. Tutto ciò con leggerezza. Anzi, se c'è una cosa che qui non ve n'è traccia è proprio quell'ombra che molti gruppi progressive non riescono a scrollarsi di dosso. Al contrario, gli Aura son più debitori a maestri quali Marillion. Negli oltre 50 minuti a disposizione è un piacere ascoltare il congedo trionfante di "Resurrection", e la sensazione di ritrovarsi nel mondo mistico-onirico creato dalla band è davvero intrigante. Inoltre, il cantato molto elementare, senza pretese, contribuisce a donare alla resa finale un tono più dolce. Inaspettata gemma, quindi, in quest'immenso e sin troppo colmo panorama musicale.
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