ATOJ: ATOJ
data
16/01/2015La bassa Padana non lascia scampo, specie nei suoi gelidi e tristi inverni, fatti di nebbia, ghiaccio e desolazione allo stato puro. Un clima ostile che spesso entra nel mood dei suoi abitanti, portandoli a gesti inconsueti come quelli fatti da cinque giovani scalmanati di Lodi che, quanto mai annoiati, hanno pensato bene di imbracciare strumenti e dare vita a qualcosa di assurdo, gli ATOJ. Una band composta da varie entità, chi amante dell’hardcore old school, chi di atmosfere apocalittiche e chi del nero più assoluto. Da questa unione d’intenti ecco questo EP omonimo, sei schegge di follia licenziate da Memorial Records e 5 Feet Under. Un lavoro snello, dalla durata relativamente breve (una ventina di minuti circa) ma che traccia in maniera chiara l’attitudine distruttiva dei nostri, bravi a mescolare elementi come math-rock, post-hardcore e quella vena pulsante chiamata punk che viene allo scoperto spesso e volentieri. Gli ATOJ sono una live band e la cosa la si intuisce facilmente ascoltando le loro canzoni, spinte a velocità pazzesche e completamente senza schemi. Il loro modo di approcciare è molto simile a quello di Every Time I Die (toglieteci però quel tocco melodico che sono soliti inserire in ogni loro brano) e Dillinger Escape Plan, vale a dire buona tecnica strumentale al servizio dell’isterismo più crudo. Se sul fronte sonoro siamo di fronte a qualcosa di elettrizzante lo stesso si può dire del cantato, sgraziato e urlato quanto basta a inculcare messaggi allucinogeni nella testa dell’ascoltatore. Come spesso accade in questo filone musicale molte band sono più inclini a dare il massimo in formati come l’EP, più concentrato e intenso, e di sicuro gli ATOJ fanno parte di questa schiera di gruppi. Alla produzione troviamo Jack Shirley, uno che di fenomeni se ne intende e che ha avuto il piacere di collaborare con gente come Deafheaven e Comadre.
Commenti