ATHEIST: UNQUESTIONABLE PRESENCE
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24/08/2007A distanza di un paio d’anni dal debutto, gli Atheist tornano sulle scene, con il lutto al braccio, vista la prematura scomparsa del bassista originario Roger Patterson, morto a ventidue anni in un incidente stradale alla fine del tour di “Piece Of Time”. La formazione viene così completata da Tony Choy, musicista già noto e apprezzato per il lavoro svolto nei Cynic (altra band di tutto rispetto nell’ambito del death più tecnico), che porta a termine le registrazioni dei brani che ritroviamo qui, in questo secondo lavoro targato Atheist. Rispetto a “Piece Of Time”, il sound del combo floridiano si è ulteriormente evoluto, allontanandosi sempre più dagli stilemi tipici del death metal delle origini, per abbracciare nuove forme espressive (che rinchiudiamo sciaguratamente nell’etichetta di technical death), fatte di trame complesse all’inverosimile, efferati cambi di tempo ed influenze finora insospettabili per ciò che riguarda l’heavy metal: è il jazz (la fusion, preciserà Kelly Shaefer) ad infiltrasi nel death degli Atheist, irradiando la proposta della band di una nuova sorprendente e al contempo ammaliante luce. L’opener “Mother Man” e la seguente title track, mostrano fin da subito quanto gli Atheist siano cresciuti, riuscendo ad ampliare notevolmente la portata della loro proposta, ma è attraverso le note di “An Incarnation’s Dream” e i ritmi convulsi di “And The Psychic Saw” che “Unquestionable Presence” rivela il suo lato migliore. Spasmodico e geniale dal primo all’ultimo minuto, il presente album, prodotto con lo zampino del “solito” Scott Burns entra di diritto nel gotha dei dischi death metal di sempre, giusto un gradino sotto il successivo “Elements”, che gli Atheist registreranno dopo una prima breve separazione, consegnando di fatto alla storia un vero e proprio capolavoro, prima del definitivo scioglimento.
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