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APOLOKYA: Kathaarian Vortex

data

01/03/2013
58


Genere: Black Metal
Etichetta: My Kingdom Music
Distro:
Anno: 2013

Il progetto Apolokia nasce nel lontano 1995 con la pubblicazione della demo 'Frozen Evocation', seguita nel '97 da un'altra demo 'Fields Of Hatefrost'; poi il silenzio per oltre dodici anni, fino al ritorno in studio e la conseguente uscita dell’Ep 'Immota Satani Manet'. Oggi l’etichetta My Kingdom Music annuncia il ritorno dell’act italiano più estremo di sempre in ambito black metal, a detta loro, capace di tributare come nessuno il nichilismo sonoro più totale nell’accezione più fredda e malvagia del termine. Premessa non da poco, questa, che ci fa avvicinare con cautela a questo 'Kathaarian Vortex', e come se non bastasse aggiungiamoci il consiglio di ascoltare l’album con le cuffie, per rendere il viaggio ancor più inquietante. Beh, le cuffie non le abbiamo messe volendoci fidare delle mai intimorite casse del nostro stereo, e ciò che rimane dopo attenti ascolti è quello di un buono e devastante disco di total black metal, reso però scadente da una produzione imbarazzante che, nell’obiettivo di rendere il suono il più freddo possibile, finisce col devastare il guitarwork reso piatto e monotono, in pratica un ronzio perpetuo per la quasi interezza dell’album. I ritmi rallentano raramente e si fanno a volte anche apprezzare, come in "Malignant Asphyxiation" o nella title track, permettendoci di intuire qualcosa di davvero positivo nel songwriting, cosi come anche in "Post Kristus Daemonolatry", ma l’effetto dura poco e si ripiomba inesorabilmente in quel vortice estremo ed insostenibile che vorrebbe, ma non riesce ad incutere quel terrore tanto proclamato. Per non parlare poi della scelta di far terminare la maggior parte dei brani con la musica che svanisce in 3 secondi. Solitamente in produzioni come questa, ciò che riesce davvero ad impressionare l’ascoltatore è la prova dietro le pelli di qualcuno in grado di raggiungere velocità disumane come quelle raggiunte nelle nove tracce qui presenti, ma cosa c’è di impressionante quando la difficoltà del caso viene meno grazie all’utilizzo di programming? Se per voi il black metal non può scendere sotto la velocità di 'Panzer Division Marduk' apprezzerete questo disco. Creare musica in grado di spaventare ed alienare è quanto di più difficile si possa fare; ci sono riusciti gli Elend, ci stanno riuscendo i Deathspell Omega e soprattutto c'è riuscito il maestro compositore polacco Krzysztof Penderecki, non di certo gli Apolokia.

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