ANTHRAX: STOMP 442
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03/02/2007A distanza di un decennio dai primi vagiti della band, gli Anthrax si ripresentano al pubblico con questo settimo album, per la prima volta orfani del chitarrista Dan Spitz che decide di lasciare, dopo anni di premiata militanza nei quali ha contribuito alla realizzazione dei migliori album del gruppo newyorkese. L’assenza della seconda ascia si farà sentire eccome e nel giro di un paio di dischi infatti la formazione ritornerà a cinque elementi. “Stomp 442” è un album decisamente meno complesso e dunque più accessibile del precedente “Sound Of White Noise”, composto da una manciata di brani frizzanti cui però fanno da contraltare alcuni episodi di seconda fascia che testimoniano come la vena creativa di Scott Ian e soci non stia certo attraversando uno dei periodi migliori. Stilisticamente gli Anthrax confermano l’abbandono quasi totale del thrash vecchia maniera, abbracciando in sua vece un moderno heavy metal (a tratti) carico di ritmo e di groove: è il caso dell’opener “Act Of Senseless Violence”, che, con la seguente “Fueled”, si conferma come uno dei capisaldi di questi nuovi Anthrax. In “Stomp 442” è consistente la presenza di mid tempo, piuttosto che di brani veloci, ma c’è da dire che pochi di questi riescono a coinvolgere l’ascoltatore al cento per cento: da questo punto di vista si salvano senza dubbio le colorite “Nothing” e “American Pompeii”, mentre è meglio tralasciare certe tracce imbarazzanti come “Drop The Ball”. Se poi vogliamo farci male, basta soffermarsi su “Bare”, una ballad fiacca e scadente, incapace di reggersi in piedi, nonostante l’apprezzabile interpretazione di John Bush, comunque sempre più intergrato all’interno del combo a stelle e strisce. Un disco così così, che raggiunge il sei politico quasi più per blasone che per meriti veri e propri.
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