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ALLAH-LAS: Calico Review

data

15/01/2017
65


Genere: Garage Rock, Folk Rock
Etichetta: Mexican Summer
Distro: Red Essential
Anno: 2016

Terzo album per la band di Los Angeles dedita a musiche leggermente rock dalle atmosfere esotiche, tipiche degli oceani del Pacifico, molto tranquille e pacate. Prodotto per la Mexican Summer, i quattro losangelini non si discostano molto da quanto fatto sinora con i due precedenti album, anche se si ha come l’impressione che sia il debutto omonimo, che ‘Worship The Sun’ avessero delle punte di vigore più incisive e fossero più accattivanti di ‘Calico Review’. In quest’album sembra invece maggiormente accentuarsi un senso quasi di spensieratezza, ma misto a malinconia, e lo si afferra dalla constatazione di un approccio musicale a volumi e frequenze parecchio controllati. Tutti i brani hanno una durata esigua, non superando mai i tre minuti e mezzo di durata come da loro consuetudine, mantenendo quindi un approccio legato a fugaci percorsi musicali che si stazionano su frequenze rilassanti (anche fin troppo…) che, proprio per la loro breve durata, cercano di evitare eventuali flessioni da parte dell’ascoltatore che magari vorrebbe cercare di restare sveglio per tutta la durata dell’album; questi percorsi raggiungono in rari casi vette di brio, come nella parte finale di “Roadside Memorial” e le care movenze vintage di “200 South La Brea”. Ecco cos’è un punto focale dell’esperienza degli Allah-Las: il loro suono dedicato principalmente ai paesaggi esotici ed alle visuali verso l’oceano, con i suoi profumi e i suoi sentori, che è connesso ad un approccio marcatamente vintage, scavando fin dal folk americano degli anni ’60, aggiungendo molti spunti creati dalla musica garage, e trasportandolo fino ad oggi con un compendio di atmosfere dense di tiepida brezza marina. Per chi avvezzo a sonorità molto più dure, gli Allah-Las possono essere una gradevole pausa per il cervello, le orecchie e l’anima, prima di ripartire con l’acceleratore spianato. È comunque un disco discreto e nulla più, gradito per chi ha bisogno di toccasana spirituali e per chi è nostalgico dei tramonti estivi in riva al mare e vuole sentire le brezze marine anche tra le mura di casa. La durata molto contenuta del disco denota inoltre l’aspetto fortemente intimo che gli Allah-Las vogliono porre all’attenzione, non volendo assolutamente alzare i toni ma mantenendo un contatto cordiale con l’ascoltatore. D’altro canto, è anche comprensibile il fatto che una durata più lunga dell’album mantenendo queste cadenze tendenti al ribasso, come si può presumere anche dalle intenzioni della band stessa, avrebbe potuto condizionare lo stato di sopportazione dell’ascoltatore, che si sarebbe probabilmente trovato di fronte ad espressioni tendenti quasi alla noia, se non addirittura al rigetto.

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