ALICE COOPER: BILLION DOLLAR BABIES
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03/01/2005Nel 1973 ormai gli Alice Cooper erano conosciutissimi negli Stati Uniti, forti del successo dei due album "Love It To Death" e "School's Out", con i quali avevano sconvolto tanti genitori benpensanti, e allo stesso tempo si erano fatti apprezzare dai loro figli. "Billion Dollar Babies" è l'ennesima spallata della band all'ipocrisia statunitense, i cinque pazzi di Detroit giocano con la morte ed il sesso in un modo inaccettabile per la puritana America. Ma se andiamo a seguire con attenzione quest'album, scopriamo una vena ironica che percorre ogni singolo brano... e rende il disco un capolavoro. Si parte con "Hello Horray", l'opener per antonomasia, un pezzo semplicemente geniale. La successiva "Raped And Freezin" è una canzone strana, un rock 'n roll abbastanza originale con inserimenti latineggianti... piacevole, ma di certo non tra le migliori. Signori e signore, "Elected". Alice Cooper si propone come presidente degli Stati Uniti d'America, irriverente, polemico e divertente come solo lui sa essere. Un vero e proprio capolavoro, con tanto di marcetta finale. Grande hit, e subito dopo ecco la title-track, altro brano che ha fatto la storia, con la partecipazione straordinaria (in tutti i sensi) di Donovan. Passa senza lasciare il segno "Unfinished Sweet", ed eccoci di fronte a un altro successo mondiale, la celeberrima "No More Mr. Nice Guy", trascinante come non mai, testo pungente ed ironico, un must in sede live. "Generation Landslide" è un brano particolare, assolutamente delizioso per la presenza di chitarre acustiche, percussioni ed armonica, e ancora una volta con un testo polemico e sarcastico. "Sick Things" è una strana canzone ipnotica, "Mary Ann" è una semi-ballad piuttosto comica, specialmente leggendo la riga finale, e il disco si chiude con la splendida "I Love The Dead", brano ironicamente necrofilo, riproposto più volte da Cooper nei suoi show.
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