ACCEPT: Stalingrad
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07/04/2012Potente, trascinante, melodico. Questo disco si potrebbe riassumere in queste tre parole. Quel quid che forse è mancato in 'Blood Of The Nations' qui viene ritrovato con un magistrale lavoro di Wolf Hoffmann che sembra ritornato agli antichi fasti, ed un Tronillo padrone della scena e sorprendente sui toni bassi. Vicino a 'Metal Heart', oppure 'Objected Overruled', dove il mix di riff geniali e soli da Oscar fanno si che questo disco alla fine si riveli quasi perfetto, un prodotto di valore assoluto considerando anche come questa band sia riuscita a rinnovarsi mantenendo un marchio di fabbrica indelebile. La titletrack è stupefacente, un brano epico con tanto di inno russo nel mezzo, un misto tra "Metal Heart" e "Russian Roulette" del nuovo millenio. Non vi è quasi un momento di pausa, tirano che è un piacere, e l'uno-due rifilato su "Hellfire" e "Hung Drawn And Quartered"" è da stendere un mulo. "Shadow Soldiers" rivela la parte melodica della band, un eccesso di autotributo al riff e all'incedere del brano (è tale e quale a "Head Over Hills") che si apre su un inciso mega-classico della band di Solingen, eccellente in questo caso Tornillo. Eroismo epico ritorna in "Against The World" e "Twist Of Fate" (eccezionali i soli di Wolf qui). Conclude l'opera la cadenzata "The Galley" con un outro tanto caro a 'Classical' di Hoffmann. Standing ovation quindi ai quattro ragazzi (Herman Frank anche questa volta non deve aver cambiato neanche una corda a Hoffmann in questo disco), clamorose la capacità di "riciclarsi", di mantenere salda la propria identità e il sapere ancora scrivere canzoni con la C maiuscola. Questo è il disco più Accept che si sia visto negli ultimi 25 anni!
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