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V-DEVICE

Ci sono band che sanno il fatto loro. E i V-Device sono sicuramente parte di questa lista. Un gruppo dalle idee molto chiare che in 'Vidana' si è espresso su livelli altissimi, abbracciando rock, blues e psichedelia.

Siete una band rodata composta da musicisti che hanno fatto molta gavetta in molte band. Possiamo dire che i V-Device per voi sia un punto d’arrivo a livello artistico? Assolutamente. E in continua crescita.

Quali stimoli porta far parte di una band come I V-Device? Come è nato il progetto e come lo avete sviluppato col passare del tempo? Prima di tutto si ha la possibilità di viaggiare molto all'estero e confrontarci con ambienti e culture molto diverse dalla nostra. Questo comporta una crescita e una visione più ampia a livello musicale, ma anche umana. Lo stimolo principale è comunque capire che non bisogna per forza seguire le mode per essere apprezzati, né conformarsi. Il progetto nasce come evoluzione di un'esperienza pregressa: i Primaluce, band del 2001 embrione dei V-Device.

Da quel che ho potuto notare sia musicalmente che a livello tecnico sembra abbiate maggior interesse a guardare fuori dai nostri confini (giustamente aggiungerei). Una tesi che potete confermare? Cosa vi spinge a guardare oltre? Il fatto che in Italia la parola rock sia accostata a ciò che le radio mainstream propinano all’ascoltatore o cos’altro? Ad un certo punto della tua vita ti devi fare una domanda. Chi sei? In quel momento qualcuno cambia genere musicale e comincia a prendere anch'egli l'ukulele perché va l'ukulele, o a suonare  la chitarra acustica e il folk perché va il folk. Noi invece siamo i V-Device e suoneremo sempre quello che abbiamo suonato. E se l'ultimo posto del mondo dove vorranno ascoltare il nostro genere sarà l'Himalaya… Allora monteremo un palco sull'Himalaya.

Arriviamo a parlare del nuovo album 'Vidana'. Personalmente l’ho trovato un gran bel disco, assai vario stilisticamente parlando. Come sono nate le canzoni contenute in questo disco e qual è stato lo spirito con il quale avete affrontato la sua lavorazione? “Vidana” è la nostra Musa. Uno Spirito nel Deserto che ti rapisce. La varietà dei brani è una scelta ben precisa. Non abbiamo lasciato nulla al caso, dallo stoner alla psichedelia, dallo strumentale al blues. Ogni canzone è relativa a un'esperienza di vita vissuta. I temi sono i più svariati, si va dalla violenza di “Klown Torture” (brano che si ispira all'opera omonima dell'artista contemporaneo Nauman “abbiamo cambiato la C in K”) all'amore sfortunato di “3 A.M.”, all'abuso di potere della Polizia in “Policeman Blues” alla citazione pulp di “My Chevrolet”. Abbiamo lavorato con la necessaria calma e pazienza, anche grazie all'essenziale collaborazione con il produttore Simone Genovese della C33 Studio.

Musicalmente in questo disco troviamo molteplici influenze: dal rock al blues, passando per desert e richiami alla psichedelia. Una sorta di trip, diciamo così. Come nomi ho citato Mars Volta e Faith No More, i primi per la capacità di dare al proprio sound un’infinità di soluzioni e i secondi per la genialità. Cosa vi rende maggiormente orgogliosi di questo disco? La sua varietà e trasversalità. L'essersi messi a confronto con diversi generi musicali e averli comunque affrontati con una nostra peculiarità e personalità.

Quali sono state le maggiori difficoltà in sede di composizione? I brani e i vari arrangiamenti sono studiati molto attentamente. La scelta più difficile è stata mettere su una tracklist per l'album che ci soddisfacesse definitivamente.

Decisamente sullo stesso livello del sound risulta la voce. Come è stato lavorare su strutture sonore così cariche di particolari? Quali sono I temi portanti trattati nei testi di “Vidana”? La voce di Davide si cala perfettamente nei diversi contesti. Nel suo range vocale pensiamo ci siano tutti i mood che un cantante blues/rock debba avere.

Dove pensate che “Vidana” possa ottenere I migliori feedbacks? Nord Europa? L'Europa dell'Est ci tratta come veri e propri divi. Ma abbiamo avuto ottime risposte un pò dappertutto. Francamente ci manca un'esperienza valida negli States.

Dal punto di vista live ho notato che appena possibile siete on the road. Quali brani di “Vidana” risultano I più divertenti da proporre in sede live e come è stata la risposta del pubblico? Un brano che coinvolge molto live - oltre all'evergreen “Sweetie Jack” - è “Clever Girl” che ha un ritornello molto radiofonico e poi “Desert Veda” che lascia tutti di sasso con la voce di Vidana che riecheggia dal deserto.

Immagino che la musica non sia purtroppo la vostra principale occupazione. Come riuscite a incastrare band ed esigenze personali? Ve lo chiedo perché per arrivare a simili risultati l’affiatamento deve essere alla base di tutto… Dici benissimo. I V-Device sono molto uniti e tutti gli impegni vengono presi nel rispetto delle esigenze di tutti. Grazie anche alla This Is Core Records riusciamo a destreggiarci bene e a valutare quelle che pensiamo siano le scelte più giuste per noi.

Ci consigliate qualche album a vostro avviso in linea con la vostra proposta? Scelta difficile. Forse “Fool for a day, King for a lifetime” dei Faith No More e anche “Nevermind” dei Nirvana, ma non riusciamo a pensare a un album che suoni come il nostro.

Un saluto ai lettori? Grazie a tutti i lettori di Hardsounds! Confidiamo nel vostro passaparola!

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