SOEN
Arriviamo davanti al Traffic verso le 20.30 e c’è una lunga coda per gli ingressi. Ci viene a prendere al cancello Dan Wahlbeck, gentilissimo collaboratore dei Soen che ci accompagna al tour bus. Saliamo leggermente intimiditi, ma i volti sorridenti e ben disposti di Martin Lopez, Joel Ekelof e Marcus Jidell ci mettono subito a nostro agio. Un breve scambio di battute e convenevoli e l’ambiente confortevole rendono la nostra chiacchierata molto naturale.
Ciao a tutti e grazie mille per la vostra disponibilità! Partiamo proprio dal principio, vorremmo sapere come è nata l’idea di questo gruppo e come è iniziato il progetto.
Martin: Ciao e benvenuti sul nostro tour bus! Il gruppo è attivo già dai primi anni duemila, abbiamo iniziato a scrivere qualche cosa a partire dal 2002, ma è diventato un progetto serio solo alcuni anni dopo con l’ingresso di Joel nel gruppo. Prima erano solo idee.
Inizialmente, nonostante fosse impegnatissimo su più fronti, avete voluto Steve Di Giorgio (ex Testament, ex Death) al basso. Perché? Sapevate già che era l’uomo adatto al vostro progetto? E perché allora poi è stato sostituito?
Martin: Beh che dire, Steve Di Giorgio è Steve Di Giorgio, non c’è da aggiungere niente. Come avete detto voi, è impegnatissimo per cui poi non ha proseguito il progetto con noi.
Il nome Soen ha un significato particolare? Se sì, quale?
Joel: Questo nome significa cose diverse in stati diversi, ma per noi qualsiasi significato assuma questa parola è una pura coincidenza. Abbiamo scelto questo nome che è una specie di contenitore per quello che proviamo: le emozioni, le sensazioni che la musica ci trasmette. E’ difficile da spiegare a parole, è un qualcosa che si sente dentro ed è in continuo progresso.
Siete soddisfatti del livello raggiunto da ‘Tellurian’? O pensate che lo avreste potuto ancora migliorare? Noi lo consideriamo un ottimo album, ma vorremmo avere le vostre sensazioni ed opinioni in merito.
Martin: Beh, sì penso che sia un ottimo album, ma che si può sempre migliorare.
Joel: Sai, nel momento in cui abbiamo pubblicato il disco eravamo soddisfatti di quanto creato. Abbiamo pensato sì, questi siamo noi e abbiamo dato il massimo. Ma eravamo noi in quel momento, poi subito sono arrivate nuove idee, nuovi stimoli e già siamo andati oltre, pensiamo alla nuova musica da comporre e ci ritroviamo a dire che potevamo fare ancora di più. La nostra musica è in continuo cambiamento, in continuo progresso. Siamo sempre al lavoro perché più suoni e più arrivano nuove idee!
Radio Rock, la più importante e seguita radio di rock e metal della città, passa quotidianamente i vostri brani e molti degli ascoltatori hanno votato ‘Tellurian’ come miglior album del 2014. Siete diventati una band di culto qui in città. Lo sapevate? Ve lo aspettavate?
Tutti e tre realmente sorpresi: “No, non lo sapevamo e non ce lo aspettavamo, ma ci fa piacere perché sappiamo che il nostro album è un buon lavoro, ma sappiamo anche che nella scena musicale in genere c’è molto business, la musica è giudicata dal numero di copie vendute, questo per noi è solo il secondo disco ed è difficile competere con band storiche che hanno alle spalle anche una importante attività di promozione. Veramente non avevamo idea dell’alto gradimento e ne siamo felici”
Beh, le prevendite del vostro concerto sono andate esaurite già da tempo e questa sera, oltre al sold out, si prevede anche che molte persone rimangano fuori. E siamo certi che se aveste suonato per due date, sarebbero andate sold out entrambe! Che ci dite del resto del tour? Dove state riscuotendo il miglior successo di critica e pubblico?
Martin: Non diteci questo perché altrimenti ci viene voglia di cancellare la data di domani a Milano e restare a suonare qui! Ogni musicista ama suonare in un locale pieno (ride. ndr). Comunque il tour sta andando bene, ma se quello che ci dite è vero, la data con maggior successo è questa!
Dopo l’uscita di ‘Tellurian’ crediamo che non ci siano più motivi per paragonarvi ai Tool come è stato fatto da pubblico e stampa ai tempi della pubblicazione di ‘Cognitive’. Ma cosa ne pensate voi di questi paragoni con il gruppo di Maynard Keenan? Vi infastidiscono? Martin ha l’aria di chi si aspettava una domanda del genere e ci risponde: Quando si crea qualche cosa di particolare, o ci si ispira ad un genere non ben definito, a se stante, si tende sempre a volerlo paragonare a qualcuno. Questo non succede quasi mai quando si suona musica che rientra nei canoni standard. Noi certamente ci siamo ispirati ai Tool, però pensiamo che da questa ispirazione sia nato qualche cosa di nuovo, di personale, di nostro che è diverso da quanto fatto da loro. Comunque il paragone non ci infastidisce perché sono una grande band
Ora vorremmo parlare di una canzone in particolare, che riteniamo un capolavoro. “The Words”. E’ raro trovare tracce dove la voce è lo strumento principale che fa prendere forma alla canzone guidando tutti gli altri strumenti. Abbiamo apprezzato anche il videoclip. Parlateci un po’ di come è nata.
Martin: Joel ed io abbiamo composto “The Words” in poche ore. Diciamo che è molto personale, si tratta di emozioni e sensazioni. E’ una canzone piuttosto triste, la amo ma non riesco ad ascoltarla spesso perché mi provoca forti emozioni. La suoniamo ai concerti, ma quando si tratta di riascoltarla per me è difficile perché ha un significato troppo forte.
Una curiosità sulla copertina dell’album. Già quella di ‘Cognitive’ era molto particolare, ma in qualche maniera se ne coglieva il senso. Questa di ‘Tellurian’ invece ha bisogno secondo noi di più spiegazioni. Potete dirci chi l’ha disegnata e chi c’è dietro questo progetto di artwork?
Joel: In realtà è una copertina densa di significati e piena di simboli.
Martin: Mentre stavamo registrando l’album ci è capitato di vedere dei lavori di un pittore messicano che ci ha fatto provare la sensazione di vedere su tela la nostra musica. Non so come spiegarvelo, si tratta di sensazioni, emozioni. Comunque quando abbiamo visto questo dipinto lo abbiamo voluto per la nostra copertina. L’artista che lo ha realizzato è José Luis Galvan.
Joel: Lopez Galvan, non dimenticare Lopez! (ride. ndr).
E c’è un nesso fra il bambino nella testa della copertina di 'Cognitive' e i bambini nella cover ti 'Tellurian'?
Martin: Sì, c’è un collegamento fra loro (sorride enigmatico. ndr)
Voi scrivete una musica del tutto personale, ma all’interno vi riconosciamo tantissime influenze diverse. Che musica ascoltate di solito?
(Ridono. ndr) Joel: Già è vero. Ascoltiamo di tutto, ognuno di noi ha delle proprie preferenze diverse!
Martin: Però l’unica cosa che ascoltiamo tutti è il prog. In particolare Genesis, Yes e Pink Floyd.
Marcus: Nel gruppo c’è veramente il contributo di tanti generi, anche del jazz e a volte lottiamo fra di noi per far prevalere una piuttosto che un’altra visione della musica. Ma è sempre una lotta positiva. Siamo veramente aperti a tutto. Quello che però condividiamo è che la base per la nostra musica è il metal e da questa base creiamo le nostre canzoni, ascoltiamo diversi generi ma siamo una metal band e quindi ci interessa comporre musica metal.
Martin: Ragazzi, avete vinto un premio perché questa è la prima risposta ad un intervista di Marcus! (ride. ndr)
Onoratissimi! Abbiamo concluso, però prima di andare via, vi ringraziamo nuovamente e vi facciamo una richiesta: ci concederete un’intervista anche quando all’apice del successo tornerete per suonare allo Stadio Olimpico?
Martin: Ve lo prometto, concederemo sempre un’intervista ad Hardsounds!
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