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MONKEY3

Quando lo spazio si fa musica, non sembra più esserci la via per il ritorno. Ti trasporta con sé, compiendo un viaggio attraverso molteplici atmosfere. Tra gli esponenti che maggiormente riescono a cavalcare quest'onda entusiasmante, ci sono gli elvetici Monkey3, che ad ogni album prodotto hanno sempre alimentato il concetto di musica spaziale. L'ultimo album 'Sphere', uscito per Napalm Records, ha mantenuto fedelmente questa concezione, ponendosi tra gli album di punta del cobo svizzero. Un conciso, ma efficace, Boris De Piante, chitarrista della band, in vista della serata italiana che si terrà il prossimo 12 dicembre al CIrcolo Magnolia di Segrate (MI), ci ricorda quanto sia importante viaggiare con la mente grazie alla musica.

Ciao Boris, e benvenuto su Hardsounds.it. E’ già passato diverso tempo dalla pubblicazione del vostro ultimo album ‘Sphere’. Riesci già a darci un bilancio in termini di apprezzamento? Dalle varie recensioni e dal feedback dei nostri fans, sembra che questo nuovo disco sia stato parecchio apprezzato, il che ci rende molto felici.

Avete anche partecipato ad una serie di date di promozione dell’album. Che risposte avete ricevuto? Per il “Sphere Tour” proponiamo uno show visivo nuovo e una scaletta nuova con tanti pezzi dell'ultimo album  La risposta dei nostri fan è stata molto positiva, sembra che abbiamo portato le nostre prestazioni live un passo più avanti.

Quest’album consolida ulteriormente il vostro rapporto con Napalm Records, che dura dalla pubblicazione di ‘The 5th Sun’. Questo significa che l’etichetta ripone su di voi una grande fiducia. Effettivamente, sembra di sì. Noi siamo molto contenti del nostro rapporto con loro, è una collaborazione che sembra funzionare bene.

Che cosa rappresenta per voi ‘Sphere’? Il nostro nuovo album di cui siamo molto contenti, un altro capitolo della nostra vita.

Ormai la vostra formula rimane consolidata e conosciuta dagli appassionati. Un rock strumentale che naviga nello spazio ed entra nel corpo e nella mente come linfa vitale. Che sensazioni ricevete quando suonate i vostri pezzi? Un bel viaggio fatto di tanti luoghi diversi.

Ho notato che con ‘Sphere’ siete tornati a sonorità molto più vicine a ‘The 5th Sun’ che non al precedente ‘Astra Symmetry’. Questo è il frutto di una naturale evoluzione della vostra ispirazione musicale, oppure vi siete resi conto che ‘Astra Symmetry’ contiene un sound che, ragionandoci con il passare del tempo, non vi ha pienamente convinto? Con 'Astra Symmetry' abbiamo provato cose nuove, cercando di espandere il nostro sound e il nostro stile. Il risultato finale non è stato quello che speravamo e abbiamo un sentimento contrastato con questo album. Con 'Sphere' siamo tornati a un sound più consono alle nostre origini. Abbiamo lavorato con metodi analoghi all'inizio del gruppo e penso che si senta questa volontà di ritrovare il nostro spirito originale.

Copertina di 'Sphere', uscito il 17 aprile per Napalm Records

C’è un pezzo in particolare di ‘Sphere’ che rappresenta più degli altri il significato che accomuna tutto l’album, oppure tutti i brani formano dei percorsi che si collegano ad un tracciato complessivo non divisibile? Direi che tutti i brani formano un insieme compatto, una storia completa con diversi capitoli.

Se doveste scegliere un componente della band che è davvero fondamentale per la vostra produzione musicale e che emerge più di chiunque altro, chi potrebbe essere e perché? Ogni componente ha la sua importanza e il suo perché. Se si toglie o si modifica una di esse, poi è tutto l'insieme che viene alterato. Ma se proprio devo scegliere una componente, direi le tastiere; rappresentano la parte che porta ampiezza al nostro sound e che trasmette più di tutti l'ambiente dei pezzi.

Che ispirazioni vi dà la vostra terra di origine, la Svizzera? Assolutamente nessuna...

Siete riusciti a creare dei feedback positivi in patria, oppure siete stati costretti a volgere lo sguardo altrove per cercare di emergere? All'inizio non eravamo molto considerati in Svizzera e per emergere siamo andati all'estero. Oggi la cosa si è uniformata e abbiamo riscontri molto positivi anche in patria.

Boris De Piante in concerto

Quali altre band, secondo voi, possono essere maggiormente accomunate a voi? E ci sono band che voi ponete come riferimento? Se escludo tutte le band classic-rock che ci hanno influenzato come singoli musicisti e come gruppo, direi che il nostro maggiore riferimento è stato il gruppo olandese 35007.

Attualmente siete impegnati in una serie di date che si concluderanno con la serata del Magnolia, a Milano, il 12 dicembre. È noto che avete un seguito importante in Italia. Che sensazioni vi dà suonare ogni volta nel nostro paese? Siamo molto eccitati da questa data italiana e non vediamo l'ora di salutare i nostri fans italici.

Da ultimo, vorrei che spendiate una parola, prima di tutto per promuovere voi stessi ed il vostro lavoro, attraverso un messaggio convincente. E poi, cercando di convincere il pubblico italiano ad assistere alla serata del Magnolia. La data del Magnolia è la nostra unica data in Italia di questo tour...Il concerto sarà un viaggio attraverso lo spazio siderale aperto a tutti!

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