MASSACRE RECORDS
Già da qualche tempo nutro curiosità verso il "dietro le quinte", e cioé verso l'aspetto organizzativo delle macchine composte da umani che ci fanno arrivare giornalmente i promo dei vari gruppi da recensire. Chissà come funziona l'altro lato della barricata, chissà che ne pensano loro di noi, che spesso e volentieri sparliamo di loro. E quindi appena ne ho l'opportunità cerco di capire qualcosa di questa razza strana e interessante, i discografici. Stavolta abbiamo parlato la Massacre Records, capitanata da Thorsten Hartmann (CEO) e Thomas Hertler (A&R manager), che hanno deciso di aprirsi e di parlare della loro storia in occasione del primo quarto di secolo compiuto dalla loro creatura. Sono come noi? E soprattutto, perché prima diffondere la notizia che si è ben disponibili per interviste e poi rispondere senza sbottonarsi chissà quanto? Comqunque qualche spunto interessante è stato lanciato, soprattutto nella parte che riguarda i rapporti coi gruppi. Beh, prima che diventi una puntata di Super Quark, concludo dicendo che l'intervista a Hertler ha avuto una genesi lunga e travagliata, fatta di mail non arrivate e di corrispondenza interlocutoria per allegati non visti o che non si aprivano. Cosa non si fa per il metal...
Partiamo dalle origini. A che punto della vostra vita avete scelto di fondare Massacre Records e perché? Avevamo bisogno di un'etichetta per l'album di debutto dei Baphomet, Thorsten era il produttore e io il cantante, così abbiamo fondato la Massacre per farlo uscire.
Quindi 'No Answers' dei Baphomet è diventato il primo disco pubblicato dalla vostra etichetta, nel lontano 1991. Ne abbiamo anche parlato nello speciale sui "numeri uno" qui. Hai qualche rimpianto per questa band? No, perché dovrei? Abbiamo pubblicato tre album, ci siamo divertiti molto e fatto tour, sono stati bei tempi. Abbiamo anche cercato di fare una piccola reunion, facendo alcune prove, ma non è stato possibile a causa di problemi di salute.
Dal punto di vista giuridico come si configura la Massacre? Massacre Records è una GmbH [l'equivalente delle nostre s.r.l., in sostanza. ndFrag] che comprende anche Blue Rose Records e anche il mailorder The Metal Merchant.
Quanti siete a lavorare in Massacre? Siamo in sei comprendendo anche la Blue Rose.
Si può guadagnare e vivere con la musica metal, avendo un vero e proprio lavoro al suo interno, o è solo un'utopia? Beh io lo sto facendo da venticinque anni, ma per i musicisti oggi è quasi impossibile. Solo pochissime band possono permetterselo.
Ci sono gruppi che avresti voluto avere con te e per vari motivi non è andata bene? Sì, diverse, ma questo business funziona così.
Come è cambiato il vostro modo di vendere i dischi con le tecnologie digitali? E' cambiato molto nella promozione, nel marketing e nella preparazione delle uscite.
Vuoi dire qualcosa a quelli che scaricano illegalmente la vostra musica? Beh, non voglio fare il poliziotto, ma questa gente dovrebbe ricordare che senza alcun guadagno, le band, i musicisti, gli studi di registrazione o le etichette discografiche non potrebbero continuare con il loro lavoro e la loro arte. I fan fedeli dovrebbero rispettare le band pagando per il loro lavoro, come ogni altra cosa nella vita.
In questi venticinque anni è cambiato il modo di fare dischi e di pubblicarli? Non molto, visto che stiamo facendo cd, vinili, edizioni limitate, ma d'altro canto curiamo anche piattaforme digitali e siti di streaming.
Se si vive a contatto con musicisti, si percepisce che questi sono sempre in cerca di contratti con etichette. Ma le etichette li cercano? Sì, certo. Ci sono tante band che contattiamo direttamente, soprattutto quando c'è una conoscenza diretta, di persona, nei vari concerti o festival.
Quali sono le reazioni della Massacre quando le webzine o la stampa stroncano una sua release? Beh, non mi arrabbio più per questo. Sto da troppo nel settore. Alcune bocciature non le posso proprio prendere sul serio, c'è una tale mancanza di rispetto a volte... ma i fan lo sanno! E decidono loro se supportare una band o no. I nostri bestseller sono sempre stroncati sulla stampa tedesca! (ride)
C'è raccomandazione nel metal? Amici giusti al posto giusto... C'è un ambito in cui non accade?
Se un giorno una band ti offrisse dei soldi per pubblicare un album in un modo che a te non piace? Non potrei farlo. Abbiamo una reputazione da difendere.
Qual è la tua peggior reazione quando una band ti sottopone il suo disco da ascoltare? Tutti quelli che creano musica ci hanno messo tempo e impegno, hanno creato qualcosa che merita rispetto. Quindi diciamo che sarebbe un rifiuto educato.
Metti sotto contratto i gruppi perché ti piacciono o perché ti fanno guadagnare denaro? Entrambe le cose, ma la seconda è essenziale in una casa discografica. Se mi piacciono poi tanto meglio.
Come considerate lì in Germania le band italiane? Come tutte le altre. Abbiamo pubblicato proprio il nuovo album degli Highlord in questo periodo!
Conosci personalmente i boss delle altre etichette? In che rapporti siete, anche se siete in concorrenza sul mercato musicale? Sì, nel business del metal tutti si conoscono. Non c'è nessun malaffare, i legami sono buoni e leali con tutti quelli che conosco.
E' vera la diceria che tutti i gruppi tedeschi scrivono dischi sempre uguali, nei secoli dei secoli? (ride) Sai come si dice? "Squadra che vince non si cambia". Ma non la prenderei troppo sul serio.
A parte il metal, ci sono altri tipi di musica che ascoltate? A causa dei miei figli ascolto (devo ascoltare...) molta musica pop, e alcune cose sono buone, così come alcune band goth e EBM.
Ecco, a questo proposito: pubblicate anche dischi non metal? Certo, siamo sempre stati aperti a altri generi. Per esempio il nuovo album dei Cold Truth è classic rock.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di essere un'etichetta indipendente? Il lato positivo è che puoi prendere le tue decisioni e fare il tuo lavoro autonomamente. D'altro canto invece una major può dare alle uscite di punta una spinta ulteriore andando in tv o nelle radio, e può anche finanziare progetti più grandi.
Come sopravviverete per i prossimi venticinque anni? Si spera con duro e onesto lavoro e un music business che ci permette di restare al passo.
Ho finito le domande. Concludi come preferisci. Grazie a Hardsounds.it e ai lettori italiani. Stay heavy! Supportate le band (e le label) che pubblicano la musica che amate!
Thomas Hertler (a sinistra) e Thorsten Hartmann (a destra)
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