LANTLOS
In occasione della data romana del tour dei Lantlos, abbiamo avuto la possibilità ed il piacere di intervistare Markus (Siegenhort) compositore, chitarrista ed ora anche cantante dopo la dipartita di Neige (voce degli Alcest). Con Markus c'era anche il nuovo chitarrista Cedric (Holler) e i due ragazzi si dimostrano da subito gentili, ben disposti nei nostri confronti e piuttosto loquaci.
Ciao ragazzi e benvenuti su Hardsounds.it, parliamo del vostro nuovo lavoro che arriva dopo ben tre anni dall’ultimo lavoro 'Agape', quindi immaginiamo che sia stata una maggiore attenzione nella stesura di 'Melting Sun'. Quali sono le principali differenze con i precedenti album ('Lantlos' 2008, '.Neon' 2010, 'Agape' 2011)? M: Beh sì, innanzitutto direi che il cambiamento principale e fondamentale di 'Melting Sun' è che tutto nasce da sentimenti, esperienze e sensazioni positive. Mentre gli altri due lavori esprimono un senso di disagio e sono stati scritti quando attraversavo una fase pessimistica della mia vita, questo disco vuole trasmettere un messaggio positivo. Lo puoi notare anche dai colori utilizzati nella copertina del cd (rosa-fucsia ed un volto con fasci di luce che escono dagli occhi) e dal tema stesso del disegno, che rappresenta la luce del sole che ci illumina da dietro e attraverso la sua luce i nostri occhi possono vedere il mondo e i colori.
In effetti la cover non passa di certo inosservata considerando gli standard del genere. Chi se n'è occupato? M: L'artista è un mio amico, Pascal Hauer. Gli ho spiegato il concept ed ha subito intuito c'ho che volevo riguardo artwork e layout. Ne sono molto soddisfatto.
Un altro cambiamento fondamentale che avete avuto sta nella separazione dal vocaliste Neige. Markus, come ti trovi a cantare ed esprimere tu stesso con la tua voce ciò che componi? M: Beh inizialmente è stato difficile, non ero abituato a sentire la mia voce, non so se avete mai provato a registrare la vostra voce e poi riascoltarla: non vi sembrerà la vostra! Mi sentivo un po’ impacciato e a disagio, ma poi piano piano mi sono sciolto, e quando la tensione è scesa ho iniziato anche a divertirmi; sì ora mi piace, sul palco canto e mi diverto!
Puoi spiegarci l’uscita dal gruppo di Neige? Ci sono state delle divergenze tra di voi o è stata una separazione amichevole? M: No assolutamente nessun contrasto, siamo amici, solo che lui ha anche il suo progetto (gli Alcest) che è cresciuto molto negli anni e lo sta impegnando sempre più. Noi non potevamo attendere i suoi rari momenti liberi per suonare e comporre, così col tempo ci siamo naturalmente allontanati, non lo sentivamo più come uno del gruppo e anche lui non si sentiva più in sintonia con la nostra musica, per cui la separazione è avvenuta in maniera piuttosto spontanea.
Ascoltando la vostra musica si può dire che siete una band di difficile catalogazione, non propriamente doom ne’ black, forse un po’ post-rock o post-black. Voi come vi definite? M: Non pensiamo di appartenere ad un genere, facciamo la musica che ci piace e ogni volta che ci accorgiamo che qualcuno ci imita cambiamo direzione, vogliamo sempre trovare qualche cosa di nuovo, argomenti nuovi. Infatti come puoi vedere ogni nostro disco è diverso dall’altro.
Ok, però quando le band che escono dagli schemi cominciano ad essere e tante, e tutte con un suono si nuovo ma che ormai inizia a diffondersi è normale cercare di catalogarlo? C: Beh, in effetti ci sono definizioni nuove che tendono a catalogare certi nuovi suoni, come ad esempio Shoegaze, ma noi cerchiamo di rimanere fuori da certe definizioni e suonare quello che personalmente vogliamo.
Quindi vi sentite nella musica un po’ come il vostro nome Lantlos (che vuol dire senza casa), senza genere? Non pensate di averne creato uno nuovo? M:No, non pensiamo di averne creato uno nuovo, siamo solo in continua trasformazione!
Immaginiamo quindi che le vostre influenze musicali siano molte, raccontateci da chi avete preso e continuate a prendere ispirazione. M: Ascoltiamo un po’ di tutto, passiamo dal jazz al rock, dalla musica elettronica all’heavy metal, dal progressive all’ hardcore. Però, a parte i primi Opeth e soprattutto i Deftones, non abbiamo mai seguito un gruppo in particolare, ma solamente singole canzoni. Ascoltiamo tante canzoni che ci lasciano sensazioni ed emozioni e che entrano così a far parte del nostro bagaglio musicale e che potete ritrovare ascoltando la nostra musica.
Beh, i Deftones non ce li aspettavamo proprio. Preferite quelli del secondo periodo probabilmente. M: Si assolutamente. I loro primi due album non mi hanno interessato molto.
Come sta andando questo vostro primo tour Europeo? In quale paese state riscuotendo il maggior successo? M: Ci stiamo divertendo molto, ma è anche faticoso. Stiamo lontano da casa già da un mesetto e poi i posti dove suoniamo non si può dire che li vediamo, siamo talmente stanchi che alla fine passiamo la giornata in hotel a riposare, poi suoniamo ed il giorno dopo dobbiamo cambiare città. C: Non sapremmo dirvi dove stiamo riscuotendo il maggior successo, possiamo però affermare che le date in Germania sono state quelle dove ci hanno accolti più calorosamente, in fondo lì giochiamo in casa!
Parlateci della vostra etichetta, la Prophecy Productions, come vi trovate? Abbiamo notato con piacere che continuate a stampare copie in vinile! M: Ci troviamo benissimo con loro perché ci lasciano liberi di fare la nostra musica senza pressioni o forzature. Possono al massimo darci dei suggerimenti, ma l’ultima parola è sempre la nostra, per cui siamo molto soddisfatti. I vinili sono uno sforzo economico non indifferente, costa molto produrli. Del nostro disco ne sono state realizzate due stampe; una con vinile nero in tiratura limitata a 100 copie, già andata esaurita, l'altra con vinile rosa-fucsia in 400 copie.
Ok ragazzi grazie è tutto. Grazie per la vostra disponibilità, ora vi lasciamo andare a suonare! M:Grazie a voi per lo so spazio e buon concerto allora.
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