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FUORI USO

Lunghissima chiacchierata con i bergamaschi Fuori Uso, autori di un sorprendente mini CD di Dark Street, che in un clima di assoluta goliardia, mi hanno fatto faticare non poco per tenerli a bada. Questi quattro sguaiati ragazzacci, alla fine hanno vinto ed anziché farsi redimere da me, mi hanno corrotto e fatto “danzare nel loro fuoco”. A voi i Fuori Uso! Inizio subito con il chiedervi di presentare la band ai lettori di Hardsounds. Siamo quattro gay!… siamo partiti già bene! !!! (risate generali – nda). I Fuori Uso nascono nel 1995, in un paese della bassa campagna bergamasca. Nascono come nascono tante band, dalla pasionne di 4 ragazzi di paese. Dal 1995 al 2000 campiamo di demo, dopo di che, proprio nel 2000, con il primo singolo “Big Shot Tokio” / “Goin’ Fast”, compiamo il grande passo, andando a registrare con il chitarrista dei Power Symphony, Marco Cecconi. Da li è iniziato tutto il discorso legato ad un nostro cammino professionale che giunge, oggi, a vedere la pubblicazione del nostro mini CD “Hell Is Better Than All”, che siamo qui stasera a promuovere. Da dove “esce” questa passione nei confronti di una musica rude e grezza, come può essere solo il rock’n’roll? Dal culo… essendo omosessuali!!! (altre fragorose risate – nda). Dai, ragazzi! Facciamo le persone serie. Normalmente quando si inizia a suonare, si carica la propria musica di tutta la rabbia che si ha dentro. Insomma si tende a far uscire la parte più heavy, vedi, per esempio, nel periodo in cui avete iniziato voi… Quelli erano anni di merda… era il 1995 ma per noi era come se fosse il 1985!. Pensa che abbiamo iniziato cantando persino in italiano, poi siamo passati all’inglese! Per questo dico che ci è voluto un bel coraggio a decidere di proporre street rock in un periodo buio per il genere. Infatti abbiamo passato il periodo dal 1995 al 2000 in cantina! Mossi da una vera passione… Si, abbiamo iniziato a suonare questa musica perché era quella che avevamo in comune. Ognuno di noi ha delle influenze personali diverse, ma l’Hard Rock ed il Glam Rock sono il il filo conduttore, l’elemento comune. Quali sono le band che vi hanno maggiormente segnato ed influenzato? Sopra tutti i Motley Crue, poi W.A.S.P., Ratt, Guns n’ Roses, Billy Idol, ma anche roba più heavy come Helloween, Gamma Ray, Judas Priest, insomma tutto l’hard’n’heavy degli anni ottanta. A qualcuni di noi piacciono persino i Dream Theater. Ascoltando il vostro ultimo mini CD, in alcuni tratti mi ricordate gli Hanoi Rocks, mentre per la pesantezza di alcune canzoni mi vengono in mente gli Almighty dei primi anni novanta, soprattutto per la vena punk. Si, a Van piacciono gli Hanoi Rocks, mentre per quanto riguarda l’altro gruppo, beh, non lo conosciamo per niente, quindi non rientra nelle nostre influenze. Diciamo, comunque, che tutte le definizioni che emergono relativamente alla nostra musica, sono molto eterogenee e questo non può che farci piacere. Quando abbiamo deciso di formare la band era nostro obiettivo quello di creare una musica che non fosse etichettabile. Non volevamo entrare in un genere e stare li, nel Glam Rock, a fare canzoni tutte uguali come i Poison; noi volevamo unire anche un po’ di dark in stile HIM e, anche se questi ultimi non c’entrano niente con noi, ne abbiamo preso alcuni accordi in “minore” per far diventare un po’ più cupe le canzoni. Volevamo uscire dagli schemi e cercare di proporre qualcosa di nuovo. Una domanda difficile: uno dei vostri brani più richiesti è “Goin’ Fast”, ma che cosa significa per i Fuori Uso, “andare veloce”? Significa tutto e niente… significa essere un passo più avanti degli altri E’ un po’ ambizioso, ma non si tratta di un atteggiamento prepotente da parte nostra. Un passo avanti, significa avere qualcosa che ci contraddistingue dagli altri: tutti suonano street e noi ci mettiamo la componente dark! Tutti fanno qualcosa e noi vi aggiungiamo dell’altro! All’inizio era molto penalizzante… andare sempre contro corrente, cercare sempre i particolari è stata dura, ma dopo, una volta conquistata la nostra fetta di pubblico, capito quale è il nostro target, è arrivata la gratificazione nel sapere di stare facendo quello che ci piace e ci diverte. Adesso parliamo un po’ del disco, anzi parlatene voi. Dite tutto quello che volete su “Hell Is Better Than All”. Ma dobbiamo convincere i lettori a comprarlo? (stasera le risate si sprecano!!! – nda). Ma siete matti? Chi volete che ve lo compri! (sono anche io spiritoso ogni tanto – nda) E’ sufficiente presentarlo un po’. “Hell Is Better Than All” è il nostro ultimo lavoro e, nel realizzarlo, abbiamo tirato il fuori il meglio di noi stessi, cercando di dire qualcosa di nuovo, in un panorama musicale italiano, dove sta rifiorendo un certo interesse verso il rock’n’roll e dove sta venendo fuori un bel movimento. Ascoltate il nostro disco e poi giudicate voi! La vostra proposta ha qualcosa da comunicare attraverso i testi o si limita al classico glam/street con i testi tutti uguali ed inerenti tematiche leggere? Assolutamente! Noi ci differenziamo anche nei testi. Le glam band parlano solo di culi e di tette, mentre noi parliamo di Inferno e di cose che hanno tutte un doppio senso. Per fare un esempio, di “Dancin’ In My Fire”, molti pensavano che si trattasse di una canzone d’amore (anche se un po’ cattiva), invece in quel brano noi parliamo della tentazione: la ragazza di cui si parla, in realtà è il diavolo che ti tenta e ti porta fuori strada e ti fa girare nel suo cerchio, nel suo fuoco! Nel CD c’è anche un video... E’ sempre per quel discorso del voler fare qualcosa di più. Lo abbiamo fatto senza pretendere chissà cosa. Ci abbiamo provato, ci siamo divertiti molto a realizzarlo e se l’ascoltatore dovesse provare schifo delle canzoni, beh, può guardare il video così da farsi due risate! Ha una occasione in più per infierire. A questo punto, con la domanda successiva, scoppia la bagarre ed è un ridere continuo! Una voce fuori campo introduce lo scempio. Voce fuori campo: Ma chi ha fissato la data di stasera? Holly (FU): Io, perché? Voce fuori campo: Perché chi ha fissato la data viene sodomizzato! FU: Allora siamo stati tutti!!! Chi è la ragazza che c’è sulla copertina del vostro CD? E’ Pacino dei Bastet! (risate a crepapelle – nda) Come avete fatto a convincerlo? …ma soprattutto a depilarlo tutto! Pacino è un grande… lui è un grande amico. C’è una grande collaborazione con i Bastet, i Baby Ruth, i Cathouse… loro sono nostri amici e dei grandi musicisti! (l’umiltà di questi ragazzi mi spaventa: per loro è tutto “grande” – nda). Per Pacino abbiamo dovuto inchinarci… In che senso? Ah Ah… la domanda soprattuto è: “chi si è dovuto inchinare?”. La risposta è: il cantante. E’ sempre il cantante che si presta a queste cose!… Pacino, prima o poi ci querela! Ancora una volta… lui è un grande, veramente! Di recente c’è stata la Slam Nite e mi pare che voi eravate lì. Che effetto vi ha fatto avere, per una notte, in mano la laguna? Moreno (il boss del magazine “Slam” – nda) è al top! Lui riesce a d organizzare delle serate magiche, a partire dalla Slam Nite dello scorso Natale, al Transilvania Live di Milano, per giungere a quella a cui ti riferisci tu, a Ferragosto, in barca sulla laguna di Venezia. A noi è servito molto, soprattutto per farci conoscere. La prima opportunità, la “pedata” ce l’ha data lui. L’organizzare la serata in barca è stata una “figata”, in tali occasioni ti accorgi che c’è un movimento e soprattutto, che c’è amicizia tra tutti i gruppi. Peccato che se ci saranno ancora tante edizioni della Slam Nite, la “scena” cesserà di esistere, perchè creperemo tutti. In effetti, in una sola sera abbiamo, un po’ tutti, bruciato parecchi anni di vita. Fortunatamente non è caduto nessuno in mare. Torniamo seri! Che riscontri sta avendo il CD? A livello di recensioni sta andando molto bene; siamo rimasti veramente a bocca aperta constatando quello che dicono di noi. Ti ripeto, noi non avevamo nessuna pretesa, perché per noi tutto questo è divertimento: Invece la critica parla molto bene del nostro disco e noi non possiamo che esserne estremamente felici. Come distribuzione, siamo riusciti a farci distribuire in tutto il mondo, anche in America, grazie alla Perris ed i primi esiti li sapremo, crediamo, prima di Natale. Per la distribuzione italiana siamo nelle mani della Venus tramite la P.O.T.A. Records, mentre all’estero ci distribuisce la Northwind. Mettere insieme tutti i dati, sarà, quindi, faticoso; forse non sapremo mai il dato preciso. Ma la Northwind non tratta solo gruppi power? In effetti è così, ma nel nostro caso le cose sono andate diversamente. Abbiamo conosciuto Mauro della Northwind nei Flying Studios di Gravellona Toce, dove eravamo a registrare insieme a Marco Cecconi dei Power Symphony. A Mauro siamo piaciuti subito ed ha deciso di investire (a metà) su di noi, infatti non ci ha fatto uscire per la Northwind, ne per una qualsiasi altra sua sotto-etichetta, perché non può, però si è preso l’onere di distribuirci all’estero, investendo da quel punto li. Lui è una brava persona…si è “sbattuto” tanto e non conosce il rientro che avrà! Vorremmo quindi ringraziare lui e tutti quelli che si sono “sbattuti” per noi; è stata una sorpresa e veramente non ce lo aspettavamo! Anche se il vostro CD è appena uscito, compositivamente come siete messi, siete ancora attivi? Potremmo registrare sino al terzo album! Noi, oltre che provare, quando ci ritroviamo in sala, componiamo sempre. Nel cassetto abbiamo tantissime canzoni pronte e poi abbiamo tantissime idee…quelle fortunatamente non mancano! Nei live, infatti, difficilmente facciamo sempre le stesse cose, proponiamo ogni volta, una o due canzoni nuove…per provare, per capire se vanno bene o se necessitano di qualche modifica. E come sono queste nuove canzoni? Lo stile è sempre quello, anche se si sta incupendo sempre più…sta tendendo sempre più verso il metal. Bisognerà vedere, però, alla fine, nel momento della registrazione. Non vogliamo etichettarci, ma se proprio dobbiamo farlo direi che le nostre canzoni sono “dark/street”. Pensa che in Argentina, su una fanzine, ci hanno definiti una via di mezzo tra i Prodigy, i Sex Pistols ed i Poison!!! Bene, è il momento dei saluti… Ciao! (risate, risate, risate! – nda) Vorremmo ringraziare tutti quelli che ci supportano, tra cui voi di Hardsounds, tutte le band nostre amiche e con cui ci troviamo benissimo e vorremmo dire a tutti, di supportare le band italiane, perché valgono. Ma ora, se permetti, una domanda vorremmo portela noi, visto che per una volta non ci è stata posta: cosa ne pensi del nome italiano della band? A me piace e stavo giusto chiedendomi cosa dicono all’estero di tale nome. A questo punto è nata una lunga dicussione sulle differenze tra band estere ed italiane, sulle diverse nazionalità degli artisti e sui nomi da dare ai vari progetti musicali, ma questa ulteriore follia ve la risparmio. Dopo la lunga chiacchierata ed una fugace ma soddisfacente cena, i Fuori Uso si sono esibiti in un rovente show, ma di questo potrete leggere il dettaglio nelle pagine di questo stesso sito, nella opportuna sezione “Live Report”.

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