RAMMSTEIN: ROSENROT
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22/11/2005In controtendenza rispetto alle attese pluriannuali alle quali ci hanno sempre abituato, i teutonici Rammstein si rifanno vivi ad appena un anno di distanza da “Reise Reise”; il motivo è da ricercarsi nel fatto che gran parte dei brani di “Rosenrot” risalgono alle session del lavoro precedente, cosa che ha decisamente velocizzato la pubblicazione del nuovo album, che sancisce definitivamente l’abbandono delle sonorità meccaniche ‘a martello’ che già cominciavano a scemare in “Mutter”, terzo album della band. L’ossimoro più evidente sta proprio nella resa sonora di “Rosenrot”, dove alle sonorità piene e corpose degli strumenti si contrappone la rigidità del tedesco, ancora idioma di base dei testi qui abbandonato in un paio di occasioni. La band sa ancora scrivere brani trascinanti e potenti, come la doppietta di apertura “Benzin” e l’anthemica “Mann Gegen Mann”, e si avventura spesso anche in lande più malinconiche ( “Spring”, “Wo Bist Du”, “Feuer And Wasser”) che confermano ancora una volta come i Rammstein al giorno d’oggi siano una band di metal moderno a tutto tondo che non ama ripetersi e che, cosa più importante, sa ancora stupire. Due dei pezzi migliori del lotto sono infatti “Stirb Nicht Vor Mir (Don’t Die Before I Do)” e “Te Quiero Puta!”; la prima è una rock ballad che nessuno si sarebbe mai aspettato da loro, con Till a duettare insieme a una bravissima singer, mentre la seconda è una mazzata in pieno Rammstein style cantata in spagnolo, arricchita da una sezione di fiati tipicamente latina e da focosi inserti di voce femminile. “Rosenrot” a conti fatti può sembrare un album semplice semplice, ma non fatevi ingannare. La nuova fatica dei Rammstein va assimilata per un po’ per essere apprezzata nella sua interezza, in attesa di scoprire quale sarà il futuro della band tedesca. Le scommesse sono già partite.
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