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KREATOR: ENDLESS PAIN

data

29/04/2005
80


Genere: Thrash
Etichetta: Noise Records
Anno: 1985

E’ successo tutto esattamente venti anni fa; quattro lustri orsono veniva inciso, in uno sperduto studio di Berlino, il debutto di tre (perché erano ancora tre all’epoca) ragazzini in età scolare, i Kreator. Mentre negli Stati Uniti impeversava il thrash bay area, con Metallica, Megadeth, Anthrax e Slayer a dettare leggere, in terra tedesca prendeva piede un fitto movimento underground il cui obiettivo era, se possibile, suonare ancora più veloci, estremi e ciaciaroni dei colleghi americani. “Endless Pain” è una delle colonne portanti di questa dichiarazione d’intenti, insieme ad altri platter ormai storici tipo “In The Sign Of Evil”, senza contare band per così dire minori tipo gli Holy Moses; non bisogna quindi aspettarsi atmosfere delicate o tecnicismi sopraffini visto che dalla title-track che apre il lavoro fino alla conclusiva “Dying Victims” è un susseguirsi continuo di tupatupa sonici (spesso fuori tempo e privi della benchè minima competenza necessaria a percuotere una batteria), riff laceranti, anch’essi suonati con la grattugia e urla dissacratorie vomitate all’interno del microfono alternativamente da Mille, qui ancora in fase di rodaggio della sua voce trapanante, e Ventor. Il tutto proveniente dagli antri della cantina del nonno, chiaramente. In dieci pezzi i Kreator riescono ad infilare riff e ritornelli che diventeranno ben presto classici del loro reperorio: la già citata title-track, recentemente ripresa nientemeno che dai Cannibal Corpse, “Total Death” o le celeberrime “Tormentor” e “Flag Of Hate”, ormai definitive nel chiudere ogni show della band che le esegue in coppia con un effetto veramente micidiale. “Endless Pain” è la più pura testimonianza di quanto accadeva negli anni ’80 nel fitto sottobosco metallico del thrash metal, ancora agli albori ed in procinto di dare i natali alle frange più estreme come death e black; va preso dunque per quello che è, senza stupirsi (e ci mancherebbe!) della pessima qualità sonora o esecutiva. Da incorniciare nella propria discoteca accanto a “In The Sign Of Evil” e “Sentence Of Death” per assaporare l’aria che spirava negli anni ’80, consci che il bello, per i Kreator e non solo, doveva ancora arrivare. Nel bene e nel male, ma questa, come scrive lo stesso Mille nella ristampa Noise del qui presente cd, è un’altra storia.

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