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ENID: GRADWANDERER

data

17/06/2004
77


Genere: Avantgarde Metal
Etichetta: Code 666/Audioglobe
Anno: 2004

Può un unico album inglobare generi molto differenti tra loro pur restando in fondo un lavoro sostanzialmente omogeneo? La risposta è "Gradwanderer" degli Enid, cioè sì! La quarta fatica della band tedesca è infatti un prodotto dalle tinte più svariate, un'opera dove la solennità dei momenti epici si alterna con grande maestria a un gusto barocco che splende a dismisura soprattutto negli assoli, un'opera in cui il metal più classico si mescola ai cori evocativi di Martin Wiese, un'opera in fondo molto moderna, ma capace di rendere il giusto omaggio alle radici dell'heavy attuale con un blues caldo e passionale ("The Burning Of The Sea" è la traccia più sorprendente del disco). Già dall'opener "Chimera" ci troviamo di fronte ad una composizione di alto livello, difficilmente inquadrabile in un qualsivoglia sottogenere del metal: partiture da opera sinfonica fanno da contraltare ad un tempo medio-lento incentrato su una ritmica molto fredda e distaccata, che aumenta via via d'intensità fino a sciogliersi nel soffice abbraccio finale del pianoforte. Strepitosa anche la successiva "An Ode To The Forlorn", i cui solos marcatamente power (mi hanno ricordato i recenti Kamelot) sono gli apici di un brano giocato principalmente su atmosfere soffuse ed enigmatiche. Che dire poi della title track, dove il pathos evocato dai maestosi toni morriconiani è più volte spazzato via da accelerazioni improvvise di chitarra e batteria che strizzano l'occhio alle più recenti e meno oscure evoluzioni del black metal. Davvero un lavoro da lasciare senza fiato: difficile non restare estasiati dalla melanconica ballad "Silent Stage", così come è difficile resistere al flavour psichedelico di "When The Last Glow Flies", ennesimo esempio di brano dalle mille identità. Forse l'unico episodio al di sotto della media è la lunga suite "Die Seelensteine", che non mostra particolari aspetti rilevanti, visto anche che, grossomodo, ricicla per quindici minuti la stessa struttura. Un lavoro che contribuirà a rendere i fan degli Enid ancora più fedeli alla band tedesca, ma anche un valido biglietto da visità per chi ancora non conosce uno dei gruppi di punta del fiorente settore del metal d'avanguardia.

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