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MACHINE HEAD

L’Orion propone molti nomi interessanti nel suo tabellone di concerti, dimostrando spesso un gran coraggio nella scelta di qualità che, per la maggior parte dei casi, non equivale a quantità di biglietti venduti. Per questo personalmente mi sento di elogiare e ringraziare il suo staff che sta cercando di mantenere Roma all’interno del circuito europeo di concerti metal e rock. Peccato però che ogni volta sono terrorizzata dall’acustica di questa ex discoteca dove tutto rimbomba, fischia e si mescola in un pot-pourri di suoni confusi e cacofonici, a prescindere dalla bontà o meno dei fonici che si alternano in consolle.

Appena salgono sul palco Flynn e company, alle 21.15 di un caldissimo 30 settembre, inizio a pregare in sanscrito che si siano portati dietro tecnici del suono con gli attributi quadrati in grado di fare miracoli. Ma appena parte l’intro “Diary Of A Madman”, cover di Ozzy, prendiamo coscienza che il chiedi e ti sarà dato stasera non sembra funzionare. Eppure bastano i primi accordi di “Imperium” che una scarica di adrenalina pura ci pervade e la percezione immediata è che né la pessima acustica, né il caldo soffocante, né l’acre eau de ascell che permea l’aria riusciranno a rovinare questa serata di puro godimento metallico. Si scatena il pogo, si alzano i cori, i pugni agitati a ritmo e migliaia di teste che scapocciano creano da subito un feeling fra la band e il pubblico.

Nonostante piccole frequenti pause il ritmo rimane serrato ed è un susseguirsi di brani tratti da tutti i loro otto album in studio, da ‘Burn My Eyes’ del 1994 fino all’ultimo ‘Bloodstone & Diamonds’ del 2014 il ritmo è tutto un crescendo da “Beautiful Moourning” passando per “Locust” sfociando nell’apoteosi di “Ten Ton Hammer”. Una scaletta che non può non entusiasmare il più che buono numero di fans che riempie il locale. Più volte Flynn chiede di fare un circle e viene puntualmente accontentato, Demmel si esalta in assoli acclamato dal pubblico, McClain non perde un colpo mantenendo ritmi sostenutissimi. Verso metà serata Robb ci parla, ma non sono le solite parole di circostanza e saluto. Il suo inglese è chiaro e scandito: vuole farsi capire, vuole avere le nostre risposte. Ci racconta che è la prima volta dei Machine Head a Roma come headliner, che l’unica altra volta che ci sono venuti erano di spalla agli Iron Maiden nel 2007; ci chiede quanti di noi abbiano già visto un loro concerto in altre città e tante mani si alzano. Poi quando afferma che sono ormai più di vent’anni che suonano si scatena nella sottoscritta un turbinio di pensieri ed emozioni. Perché dopo tutto questo tempo sono ancora on the road con la passione di sempre e perché dopo gli anni novanta, a parere di chi vi scrive, non è nato nessun gruppo metal degno ed in grado di resistere al tempo come i mostri sacri degli anni ’70-’90 e allora cala un velo di preoccupazione e tristezza: i migliori musicisti della scena sono ancora gli stessi di quando ero ragazzina, hanno ormai tutti almeno una cinquantina di anni e se non diamo la possibilità a nuovi gruppi di proporci la loro musica originale e farsi conoscere, a breve ci ritroveremo ad ascoltare solo musica in cuffia, a vedere concerti di prestanti settantenni o coverband dentro a un pub…

Ma si ritorna alla realtà sui riff di “Bulldozer” che ci proietta nella seconda metà di questo movimentatissimo live. Un boato accoglie “Davidian”, ad ogni pausa si alza il grido “Machine fuckin’ Head” fino al commiato con “Halo”. Quando si riaccendono le luci, verso mezzanotte, siamo sudati all’inverosimile, stremati ma soddisfatti di queste due ore e mezza che sono volate in un attimo riempite da passione, adrenalina, riff ed energia. Speriamo che sia un arrivederci a presto Machine Head!

Si ringrazia Igor Fanelli per il contributo fotografico.

SET LIST
Intro Diary of a Madman (Ozzy Osbourne)
01. Imperium
02. Beautiful Mourning
03. Now We Die
04. Bite The Bullet
05. Locust
06. From This Day
07. Ten Ton Hammer
08. This Is The End
09. In Comes The Flood
10. The Blood, The Sweat, The Tears
11. Crashing Around You
12. Darkness Within
13. Bulldozer
14. Killers & Kings
15. Davidian
16. Descend The Shades Of Night
17. Now I Lay Thee Down
18. Aesthetics Of Hate
19. Game Over
20. Old
21. Halo

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