DARK TRANQUILLITY
Per questa data nello storico Pumpehuset (una ex fabbrica con due spazi al chiuso e uno all'aperto per concerti), a due passi dalla stazione centrale di Copenhagen, i coheadliner Dark Tranquillity ed Ensiferum hanno scelto di farsi introdurre dai death/doomsters finlandesi Marianas Rest. Questi, nel solco dei connazionali Insomnium o degli svedesi Draconian disegnano il loro paesaggio sonoro cupo e desolato con efficacia. Una positiva sorpresa per il sottoscritto che colpevolmente ignorava la loro esistenza dopo ben tre album. È un bene che sia stato cosi perchè gli Ensiferum, noti viceversa attraverso l'ascolto un poco superficiale, lo riconosco, di un paio di album, confermano tutti i (pre)-giudizi che avevo nei loro confronti: metal a la Children Of Bodom, ma di qualità decisamente inferiore affogato dentro un folk finnico esagerato. Una band quasi parodica adatta al più ad un pubblico adolescente, o di patiti di commistioni estreme fra folk nordico e metal. I Dark Tranquillity si esibiscono da qualche anno con una formazione ormai definibile come rivoluzionata: fuori gli storici membri Niklas Sundin, Martin Henriksson e Anders Jivarp, questi sono stati rimpiazzati alle chitarre dal corpulento Johan Reinholdz dei progster Andromeda e dal minore degli Amott, Christopher, mentre per basso e batteria si avvalgono di session-men. Mikael Stanne (unico superstite dello scorso millennio insieme al tastierista Martin Brändström) è quindi sempre più il volto della band. Il pubblico è quello delle migliori occasioni, ma lo show non inizia nel migliore dei modi: appare abbastanza presto chiaro che le scelte in sede di soundcheck non sono state particolarmente felici. Questo si nota nello specifico nei brani più tirati e datati dove la batteria sovrasta quasi tutto, keyboards in particolare, un fatto particolarmente deleterio per la band di Göteborg e per pezzi come "Monochromatic Stains" o "Terminus". I pezzi degli ultimi due lavori, meno "rumorosi", "Atoma" o "Encircled" ad esempio, non risentono allo stesso modo, e rimane quindi il dubbio se si sia trattato di scelte consapevoli senza valutare appieno le controindicazioni. Il sound viene comunque corretto in corso d'opera, consentendo anche a qualche hit del passato come "Therein" o "The Treason Wall" di ben figurare. Nel complesso uno show riuscito, l'interanzione fra Mikael Stanne e il pubblico è sempre eccellente, la percezione che la band si diverta sul palco sempre presente, e per quanto riguarda il sound da ricordare che si trattava solo della terza data del tour: chi dovesse avere l'opportunità di assistere a concerti successivi potrebbe non dover essere testimone dei problemi iniziali dello show. Ben sedici i brani proposti, tutti estratti da 'Projector' in poi.
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