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DARK TRANQUILLITY

Bzzzz Tormentor, non ti riceviamo, ci devono essere delle interferenze, delle tempeste elettriche; no, tempeste e basta direi. E' infatti un vero diluvio di proporzioni bibliche quello che accompagna il percorso Venezia-Roncade per arrivare al New Age, venue in cui, nonostante gli eventi di grossa portata degli ultimi anni, il sottoscritto non aveva mai messo piede. Ad ogni modo, arrivati a destinazione e constatato l'indubbio comfort del club (tutt'altro che enorme ma davvero ben fatto), ci piazziamo davanti al palco in paziente attesa; poco dopo ecco entrare in scena i nostri DARK LUNACY, che con il recente "Forget Me Not" stanno mietendo successi un po' ovunque. Nonostante un'acustica non del tutto perfetta che valorizza poco le chitarre (anzi, la chitarra...che sia il caso di arruolare un secondo axe-man?), i quattro godono del sostegno offerto dal folto pubblico trevigiano, che non lesina applausi e strette di mano. Sugli scudi senza dubbio l'opener "My Dying Pathway", sicuramente uno dei brani più riusciti dell'ultimo album, insieme a "Through The Non-Time". Peccato per l'esclusione della title track "Forget Me Not"...ma non c'è scampo, i Dark Lunacy abbandonano il palco del New Age a braccia alzate, consapevoli di aver spianato la strada in modo eccellente ai blasonati headliner Dark Tranquillity. DARK TRANQUILLITY, si diceva... era la terza volta che vedevo i cinque svedesi dal vivo, e anche in questa occasione nulla è andato storto, e abbiamo potuto assistere a una performance pressochè perfetta; l'apertura al fulmicotone di "The Sun Fired Blanks" spalanca la porta a "The Treason Wall" e "White Noise/Black Silence"; tutto puntato su "Damage Done"? Affatto, ed ecco che Stanne ci riporta al passato con il classico "Punish My Heaven" (sempre da brividi, non c'è che dire...), unico estratto di "The Gallery" insieme a "Lethe". Ecco spuntare "Haven" e "The Wonders At Your Feet", intervallate da altre perle prelevate da "Damage Done". La resa sonora è più che buona, chitarre forse un po' impastate (soprattutto sulle prime file) ma sempre e comunque precise e devastanti; la voce del buon Mikael troneggia minacciosa, mentre lievemente penalizzate sono le tastiere del povero Martin, che ha comunque dato prova di essere un supporto tutt'altro che inutile. Ed ecco arrivare la sorpresa per il pubblico italiano (da sempre uno dei più fedeli ai Dark Tranquillity), Mikael annuncia un brano totalmente inedito che andrà a finire sul prossimo album, "che uscirà, si spera, nel 2004" (parole sue eh); intitolata "One Thought", unisce un impeto thrash a dir poco estremo con degli stacchi elettronici mozzafiato e melodie che mi hanno vagamente ricordato i Soilwork di "Natural Born Chaos"...niente di estremamente 'catchy', sia chiaro, la band sembra puntare decisamente sull'acceleratore, ancora più che in "Damage Done"; un solo ascolto, peraltro in sede live, non è di certo sufficiente a dare un giudizio preciso, ma se il resto si manterrà su questi livelli possiamo aspettarci un serio capolavoro... Per concludere davvero in bellezza, le ultime cartucce sparate dalla band su un pubblico ormai provato ma ancora in piedi sono "ThereIn", "Zodjakyl Light" e ovviamente "Final Resistance" a chiudere. Come ho già avuto modo di far notare, un concerto eccezionale e davvero coinvolgente, che non ha fatto altro che ribadire la superiorità della band di Gotheborg e confermare quanto di buono hanno già dimostrato i Dark Lunacy. Una pesante nota di demerito va alle (numerose) teste di c***o presenti tra il pubblico, che probabilmente non distinguono la differenza tra 'pogare e divertirsi' e 'fare male insensatamente ai poveretti che vogliono gustarsi lo spettacolo in santa pace'. Spero che la prossima volta, miei cari stage-divers, vi fracassiate la testa su una transenna, così poi vediamo. Qui Tormentor, passo e chiudo.

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