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SAXON

Nel pomeriggio del pre-show a Trezzo abbiamo incontrato i Saxon al gran completo, in un'interessante conferenza stampa insieme ad altri amici e colleghi di altre webzines. Un applauso va sicuramente alla band, disponibilissima e spiritosa, ed un altro al membro dello staff che ha esordito offrendo birra a tutti. Questo ha decisamente trasformato l'ottica: se in un primo momento non sapevamo bene cosa aspettarci (certo, una band non ti mangia di sicuro, ma questo non significa che l'atmosfera sarà sicuramente rilassata), è stato da qui in poi chiaro che ci saremmo trovati in un ambiente informale a fare una tranquilla chiacchierata. Mi ripeto, lo so, ma la semplicità e la vicinanza al pubblico sono aspetti che personalmente ritengo imprescindibili caratteristiche di un approccio sincero alla musica Metal. Quindi, per quanto mi riguarda, "cominciamo bene"! Benvenuti in Italia! Biff: Grazie Mille! E’ un piacere rivedervi. Biff: E’ un piacere essere tornati. C’è un nuovo membro, anzi un nuovo vecchio membro della band con voi. Come vi sentite a riguardo? Biff: Sì, ci piace Nigel. Ha fatto un buon lavoro in Germania e noi gli abbiamo chiesto se gli andasse di unirsi alla band. Lui ha detto di sì ed eccolo qui. Perciò sì, è una bella cosa. Dopo così tanti anni dev’essere difficile stare ancora sul palco e sentire la stessa energia dei vecchi tempi… Biff: No! Nigel: No, suoniamo qualcosa come due ore tutte le sere, è un set piuttosto lungo. Quindi no, non facciamo fatica. Biff: Certo quando eravamo giovani era un’altra cosa, ma credo che ora siamo più “intensi”, Più appassionati. Parliamo un po’ delle nuove canzoni: avete intenzione di suonare tutto il disco nuovo stasera? Biff: No, non facciamo un concerto degli Iron Maiden (risate, n.d.r.). Ne suoneremo sette, comunque. Che comunque su dieci… anzi no, abbiamo l’intro, ne suoniamo otto. Poi ci saranno un po’ di canzoni vecchie, ed alcune di quelle che noi chiamiamo le canzoni della “seconda generazione”. Sì, faremo un buon mix, per tentare di soddisfare un po’ tutti i fans, sia i nuovi sia i vecchi. Quali sono i pregi e i difetti di suonare in una location piuttosto piccola? Biff: Beh lo svantaggio è che non hai una gran produzione: noi abbiamo qui un grosso camion, e non usiamo tutto quello che c’è sopra. Il vantaggio principale è per i fan, perché un posto meno grande è più “intimo”. Sei più vicino alla band, è quasi una sorta di “contatto da sudore”. Le ragazze poi lo apprezzano molto, è una specie di rave Metal… Nibbs: E’ meglio stare sui palchi grandi, con tutta l’attrezzatura. Almeno io penso sia meglio sui palchi grandi. Mi ci trovo più a mio agio perché ti ci abitui, e poi quando ti sei abituato e torni su un palco piccolo, beh, fai fatica perché non hai tutta l’attrezzatura ed inoltre non sai se riesci a muoverti bene, non corri intorno… Poi comunque fai lo stesso il tuo concerto, non è un problema. Biff: Penso che se vuoi suonare in Italia ti devi abituare a suonare in queste condizioni. E noi dobbiamo farlo, voglio dire, abbiamo parecchi fan in Italia, l’Italia DEVE essere inclusa nei tour. Quindi noi veniamo tutte le volte, e suoniamo per il pubblico. Secondo te chi è il miglior cantante di tutti i tempi? Biff: Beh, ovviamente dipende dal genere. Suppongo che finchè si parla di Metal, soprattutto per quanto riguarda il lato “oscuro”, non quello estremo, insomma dove siamo un po’ anche noi… beh Dio suppongo sia uno dei migliori. Anzi, probabilmente è proprio il migliore. Almeno per quanto riguarda il mio passato. Ma poi dipende, capisci, perché se ad esempio ti interessa il Soft Rock, allora il discorso cambia. Ci sono un sacco di generi e di stili per cantare, e se parliamo di Bon Scott o di Brian Johnson… non sono quelli che chiameresti “cantanti fantastici”, ma fanno un gran sound con la band, ed io penso di stare in mezzo a quel genere di cantanti. Comunque sì, credo ci siano ancora alcuni grandi cantanti dei “vecchi tempi”. Nigel: Personalmente ho sempre apprezzato i Grandfunk. Biff: Oh sì i Grandfunk, hanno avuto alcuni grandissimi cantanti negli anni. Ozzy è un grande cantante, nel suo stile personale. Anche Bruce degli Iron Maiden è un cantante davvero molto influente. E credo che io e Bruce siamo buoni rappresentanti dello “stile vocale inglese”. Certo non si può dimenticare Rob Halford, che ha uno stile parecchio diverso. Vedi, non so proprio dirti chi sia il migliore, perché dipende da che genere di musica ti piace. Come cantante ho molto rispetto per chiunque abbia una buona voce, la sappia usare, e sia in grado di cantare bene dal vivo. C’è qualche cantante che ti piaccia particolarmente, al di fuori del campo Rock, Hard Rock ed Heavy Metal? Nigel: Beyoncè è carina. Biff: Sì, mi piace chiunque canti bene. Non ci sono molte cantanti femminili nella scena Rock, ma a volte qualcuna c’è. Ce ne dovrebbe essere qualcuna in più. Nei tuoi testi, in particolare in quelli recenti, parli spesso di libertà, giustizia e principi morali. E’ un argomento come un altro o è un qualcosa di particolare per te? Biff: Mi piace parlare di libertà. E’ un argomento speciale, abbiamo fatto un tour in Polonia prima della caduta del Muro, e sì, è un argomento a cui tengo: non è come se il cervello girasse a caso e ne uscisse un argomento di base per una canzone. Penso molto alle canzoni e tengo agli argomenti in stile “non arrenderti mai”, “resisti e combatti”, “spalle al muro”, quel tipo di testi. Quindi credo di essere alla fine il tipo che ama quel genere di testi, sì. Mi sono congeniali. Sono positivi. Testi positivi. Parlando di rivoluzione, è il “corpo”, la classe lavoratrice a dirti cosa scrivere o la vita? Biff: Beh, il mio background proviene dalla vecchia classe lavoratrice. Vengo da una zona piuttosto arretrata dell’Inghilterra, quindi i fenomeni sociali degli anni ’60 mi hanno toccato direttamente. Di conseguenza sono vicino a tutti questi argomenti. Quali sono le tue origini? Nibbs: Il mio background? Beh, vengo da una piccola città della classe lavoratrice. Biff: Non siamo una band che viene da un’Università, siamo più da vicoli e bassifondi. Veniamo da piccole città e tentavamo di sopravvivere, queste sono le nostre origini come band. Ed ora? Biff: Ora? Vivo in immensi castelli e tenute sconfinate (risate, n.d.r.). No, non è vero. Sono ancora legato a quei giorni. La scelta di fare questo tour con i Msterplan è stata dettata da scelte di amicizia, è stata una decisione della vostra Label, o che altro? Biff: Li abbiamo scelti noi. Avevamo alcune band tra cui scegliere, e… beh, ci piacciono i Masterplan, soprattutto i loro primi album. Sai, hanno cambiato cantante, quello vecchio se n’è andato ed ora ce n’è un altro, quindi avevano bisogno di rimettersi un po’ in pista. Dovevano suonare davanti ad un po’ dei loro fans e dimostrare che questa nuova band è valida quanto quella vecchia. Gli Hellfueled erano nel loro “pacchetto”. Sono abbastanza noti in Scandinavia, ma qui dovevano tentare di conquistarsi un po’ dei fan dei Masterplan. Dalla fine degli anni ’70 ad oggi il vostro sound si è mantenuto impeccabilmente al passo con i tempi, “ristrutturandosi” di continuo. C’è qualche artista che vi piaccia particolarmente da questo punto di vista? Biff: Beh qualcuno c’è I My Chemical Romance, ad esempio. Hanno un buon sound. Vedi, con i Saxon abbiamo modificato man mano il nostro sound per adattarci alle tecnologie disponibili ed avere il suono più “fresco” possibile in sede live. I nostri cambiamenti sono sempre stati orientati alla prospettiva live. Se ti ascolti il nostro ultimo album, è una miscela di Rock e Metal, che è poi ciò che siamo noi. Prendi i nostri primi album, “Motorcycle Man” è assolutamente Heavy Metal, mentre “Wheels Of Steel” è molto più Rock N’ Roll. Ecco, sul nuovo disco dei Saxon ci sono entrambi questi aspetti. Quali sono le motivazioni che vi spingono ancora a fare un nuovo disco ed un nuovo tour? Nigel: Ci piace. Se non ci divertissimo non lo faremmo. Nibbs: Sì, a me piace scrivere canzoni. Nigel: E mi piace sistemarle in studio. Ed è una cosa per voi o per il pubblico? Biff: Beh prima di tutto è per noi. Prima di tutto scriviamo canzoni per noi, per divertirci, e poi valutiamo se sono abbastanza buone. A volte lo sono, altre volte no. Siamo piuttosto critici verso noi stessi. Nigel: Già, magari scriviamo tre canzoni e alla fine ne viene fuori una sola. Biff: Sì, è un processo abbastanza complesso, come ti potrebbe confermare qualunque band. Non è che ci sediamo su una collinetta o sotto un albero con una chitarra acustica e scriviamo una canzone, non funziona così. Vi sentite delle leggende del Rock o dei semplici musicisti? Biff: Beh, ci sentiamo semplicemente molto fortunati ad essere ancora qui, a fare ancora la nostra musica, con ancora molti dei vecchi fan dei Saxon, ed alcuni nuovi fan negli ultimi anni. Lemmy nella sua autobiografia si riferisce ai Saxon come a “quegli strani ragazzi che non facevano uso di droghe”. Biff: E’ vero, non ci siamo mai drogati. Credo che in effetti uno dei motivi principali per cui non abbiamo fatto uso di droghe sia che in realtà non potevamo permettercele. (risate, n.d.r.) No, no, sul serio, non potevamo permettercele. Io sono cresciuto in un piccolo paese, ed al massimo girava un po’ di cannabis. Quando ho visto realtà più grandi già non le capivo, il momento me l’ero perso. Boh, non so, comunque niente droghe agli esordi della band, niente LSD e cose simili. E quando siamo diventati piuttosto “grossi”, non ci servivano. Quando abbiamo iniziato a girare per concerti e feste, ed in America abbiamo visto la cocaina per la prima volta, pensavo fosse zucchero! (risate, n.d.r.) O sale! Nibbs: Ho io una domanda: avete mai provato l’LSD? No. Nibbs: Nemmeno noi. A differenza di Lemmy. (risate, n.d.r.) Conosco gente che l’ha usata, e mi hanno detto che si sentono molto “strani”. Quindi è strano usarla o non usarla? Suppongo che Lemmy parli dal suo punto di vista… Biff: Ma sì, è una battuta. Lemmy ha fatto uso di droghe ma ha smesso: nel mondo della musica è molto diffuso. A volte, quando suoni per più di due ore ogni sera e saltelli avanti e indietro sul palco come un adolescente, finisci con l’usare qualcosa. Capisco perché le band usano le droghe, ma noi non lo facciamo. Piuttosto beviamo un po’ di vino. (risate, n.d.r.) Dal vostro songwriting emerge un forte interesse per la storia, specialmente per quella antica. Pensando alla storia moderna e contemporanea, cosa pensate delle situazioni attuali, delle guerre, dell’inquinamento? Biff: Penso sia una situazione pericolosa in cui vivere! (risate, n.d.r.) No, abbiamo scritto del passato come del presente, e penso che nessuno possa sapere cosa succederà. Abbiamo scritto anche qualcosa sul futuro, ma penso che si debba vivere giorno per giorno. E’ un po’ uno stile di vita “rock and roll”, affrontando una giornata alla volta. Credo sia difficile parlare di politica nel nostro genere musicale, ma a volte lo si fa. Sul nostro nuovo album c’è una canzone contro le armi, ad esempio: “If I Was You” è basata sui fatti di cronaca, è una follia che i ragazzi si sparino a scuola. Abbiamo sempre scritto pezzi basati più sui concetti che sui personaggi, per quanto riguarda l’età contemporanea, e questo è il nostro modo di essere almeno un po’ impegnati politicamente. Avete intenzione di fare un “Anniversary Party”, come quello fatto dai Motörhead? Biff: No. In realtà abbiamo un’agenda pienissima. Il prossimo sarà quale, il trentesimo, e no, sinceramente non abbiamo tempo di far festa. Comunque, se e quando lo faremo, sarete tutti invitati. Ammesso che ci sia. Solo Dio lo sa.(risate, n.d.r.) Nibbs: Portate una bottiglia! (risate, n.d.r.) Biff: Sì, portate un po’ di vino italiano. Trovare una ballad in un vostro album è un fatto piuttosto raro. Da dove viene l’ispirazione per “Red Star Falling”? Biff: Beh fondamentalmente stavamo facendo un po’ di jamming, Nibbs era alla batteria, Nigel alle tastiere ed io ero al basso (agli inizi della mia carriera, io suonavo il basso). Superbamente al basso, oserei dire! (risate, n.d.r.) E nel fare questo jamming abbiamo iniziato con qualche arpeggio ed abbiamo iniziato a pensare di scriverlo come un pezzo che fosse in qualche misura Prog Rock. Se ci fai caso, anche le parti Metal di questa canzone sono piuttosto Prog Rock, molto alla Yes. Sì, direi che è una canzone che ricorda lo stile degli Yes. Sì, in pratica stavamo semplicemente divertendoci a fare un jamming e c’è venuta l’idea di scrivere questo pezzo in stile Prog Rock. Biff, hai mai studiato canto? Biff: No, no, è tutta farina del mio sacco. Mi alleno, un po’ come se suonassi la chitarra: quando ti accorgi che stai sbagliando, riprovi. Per la voce è la stessa cosa, almeno per me. Avete girato il video della nuova “If I Was You”. Quanto credi sia importante un videoclip per una band Metal, al giorno d’oggi? Biff: Non saprei. A meno che ti piaccia il Rock alla Metallica o alla Maiden, voglio dire, in quei casi i video passano in televisione. Sono le cosiddette band del mainstream. Credo comunque che sia positivo avere un video, soprattutto se hai un singolo, è meglio avere un video da accoppiargli. Noi tendiamo ad usare Myspace e UTube. Sono gratuiti, puoi andare in internet e vederti i video, non li abbiamo fatti per MTV o simili. Tanto alla fine, se dovessero andare a guardarli in molti, finirebbero su MTV comunque. Preferiamo andare in giro per il mondo a suonare. Può darsi che facciamo anche il video di “Can You Feel The Power”, e stiamo facendo un video per “I’ve Got To Rock (To Stay Alive)”, solo che è un po’ complesso perché dovremmo essere quattro cantanti insieme. A proposito di Myspace e YouTube, cosa pensi di Internet in generale? Biff: Può far molto bene alle band. Credo sia fantastico, soprattutto per le piccole band, avere uno spazio su Myspace, ti dà un po’ di notorietà e puoi riuscire a raggiungere molta gente. Perciò è una gran cosa. Credo anche che band come noi possano usare questi siti per far sentire tutto il disco: il segreto è quello, se tu scarichi tutto l’album e ti piace, ti viene voglia di comprarlo, perché l’originale ha un’edizione migliore, si fa il digipack, eccetera. Credo che il download non faccia così male ai gruppi come si potrebbe pensare. Credo che più la band è grossa, più viene voglia di comprare il disco, quindi il download è una forma di pubblicità: non credo che andrebbe fermato. Un po’ come quando si copiavano i dischi su cassetta? Biff: Sì, esatto, è la stessa cosa. Giusto. Voglio dire, se hai un milione di persone che scaricano il tuo album, hai un milione di fan. E alla fine, che lo comprino o no, vorranno venire al concerto, e non puoi entrare gratis ad un concerto, no? Alla fine è una spada a doppio taglio: quando sei schifosamente ricco ti dà veramente fastidio. A noi non dà fastidio. Non siamo ricchi da fare schifo. Quindi io dico: se un milione di persone lo scaricano gratis, è grande! Così avrò un milione di persone al concerto! Comunque, io la vedo così, credo molto in Internet, e credo sia fantastico per le giovani band. La vostra produzione è praticamente sconfinata: all’incirca ogni anno, c’è un nuovo album, o un nuovo DVD, o una nuova anthology, o un nuovo live. Credo che per i fan di vecchia data sia una gran cosa, perché hanno sempre qualcosa di nuovo da parte dei Saxon, ma non credete che possa essere disorientante per i nuovi fan che si avvicinano per la prima volta al vostro sound? Biff: Pensi che sia un problema? Beh, potrebbe esserlo. Biff: Io non lo credo. Nibbs: C’è più scelta. Biff: Secondo me, più c’è scelta e meglio è. Penso che se un giovane compra “The Inner Sanctum” finisce per comprare “Wheels Of Steel”, e questo è positivo. Alla fine scopriamo cose del tipo, ieri abbiamo suonato a Monaco e c’erano nelle prime file molti giovani, e preferivano le canzoni vecchie. Quindi non è sempre come può sembrare, che i nuovi fan apprezzino i nuovi album ed i vecchi fan preferiscano i vecchi album: non funziona così. Ti aspetteresti che sia così, ma in effetti non lo è. Abbiamo un sacco di fan che cantano “Wheels Of Steel” e “Princess Of The Night” come “Can You Feel The Power”. Penso a fan che ascoltano la nostra musica come quella di Maiden, Motörhead, Priest ed altre band degli anni ’80. Grandi band con grandi album, e gli anni ’80 hanno dato alla luce molti grandi album. Ed è bello, perché i nuovi fan “si uniscono alla famiglia”. L’aquila? Biff: C’è, è lì sul camion. Ma il problema con l’aquila è che “succhia” un sacco di corrente. Sono qualcosa come 50-60.000 Watts di consumo, quindi se la usi nelle location più piccole ti servono generatori ausiliari solo per quella. Il problema è quello, è molto potente. Ci piace portarla con noi, ma non credo nemmeno che vorrei usarla sempre: vedi, se la si vedesse ovunque l’effetto sarebbe sicuramente meno forte, andrebbe scemando. Molto probabilmente la useremo per il prossimo grosso festival cui parteciperemo. Dovete venire tutti a Wacken! Credo ci siano un sacco di Italiani che vengono a Wacken, ci sono sempre! Siete dappertutto! (risate, n.d.r.) Grazie di tutto, abbiamo finito. Biff: Grazie a voi tutti, e ci vediamo stanotte! Sarà una gran notte. Una gran notte!

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