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MOGGS MOTEL: Moggs Motel

data

21/09/2024
90


Genere: Hard Rock
Etichetta: SPV/Steamhammer
Distro:
Anno: 2024

Lo sa bene anche lui che quel tempo non tornerà più. Il tour d’addio Ufo fu interrotto nel luglio 2022, Phil Mogg colpito da un infarto con delle indicazioni post-operatorie ben precise (meglio non cantare più gli disse il medico). E intanto, dopo due anni, prende a morsi la vita con un dolce di portata, un progetto tutto nuovo (Moog Motel band), gustandone l’amaro sapore dell’assenza, di qualcosa che non c’è più, (Paul Raymond, Pete Way, Paul Chapman, 2019-2020), e assaporandone la “presa di coscienza”, agli intoppi ed alle riabilitazioni. Coinvolge l’ex compagno Neil Carter (Ufo, Gary Moore) ed il bassista dei KK’s Priest, Tony Newton (ingegnere del suono Iron Maiden, British Lion), con i suoi attuali compagni VS, il batterista Joe Lazarus ed il chitarrista Tommy Gentry (The Raven Age). Phil Mogg (76 anni) compone e ci regala una performance da lode! In “Apple Pie” è lui a tenere le briglie, cavalca vocalmente sul rock & roll, con un fare altezzoso, carico di emotività, a tratti rimane un attimo indietro rispetto al ritmo, per poi riprenderlo e superarlo. Lui è il movimento. Il comparto sezione ritmica/chitarre è Voodoo Six. Nell’album solidarizza spesso con la batteria. Le chitarre sono indipendenti e prepotenti, disegnano vortici secondari che rendono tutto il progetto un disco dal classico hard rock. Nulla sa di plastico. Riaffiora la vecchia scuola. L’ensemble risulta attuale, vero, genuino. E le tastiere di Newton/Carter colorano di un’atmosfera di mistero. In “Sunny Side Of Heaven” solo i cori di sottofondo a me disturbano. C’è puzza di benzina. Phil racconta di un posto in paradiso dove strade interrotte si incontrano, e in compagnia di presenze si può sorseggiare un drink. E un cocktail che gli scalda la voce e gli gratta le pareti della gola. Phil esaspera alcune lettere vocali, e fa trapelare singhiozzi febbrili in accenti e spazi. E tutto questo è una sorta di preludio. Phil Moog qui è libero da ogni logo/etichetta (Ufo, Mogg/Way, The Sign of 4) e arbitro di nuove creazioni. L’ambientazione dell’immagine di copertina ricorda quella di ‘No Place To Run’, 1980 (i cinque ragazzi alle pompe di benzina), ma l’attenzione visiva è posta su un luogo, un motel disallineato dalla nostra realtà: dalla terza traccia un forte senso cinematografico caratterizza il resto del progetto musicale. Pioggia copiosa rimbalza sull’asfalto, tuoni che si armonizzano ad arpeggi evocativi (“Mystery Train”) fluttuano nell’aria come la proiezione di una vecchia pellicola. E’ “Face Of Angel” che, con la grinta delle chitarre, scaraventa via quel senso di passato. Poi l’esibizione sonora si concentra solo sulla voce di Phil che spicca in tratti a cappella, senza accompagnamento (al massimo solo della batteria), emulando strumenti (chitarra/voce): Mogg sorride e scherza! “I though I knew You” passa in sordina, tranne l’intro ed il solo di chitarra. Piano piano emergono atmosfere delle corde da ‘Senjutsu’ side B, Iron Maiden, come l’intro di “Death Of The Celts”, di cui la quarta e quinta traccia “The Princess Bride” sembrano ricordarne la strategia (lo studio di registrazione di proprietà Steve Harris). Traccia muscolare al tempo stesso atmosferica (per la comparsa di una sorta di fiati), con dialoghi di chitarre NWOBHM e coda dal suono da legno, leggero e penetrante. La situazione si fa sempre più interessare. Valenza da poema epico per “Other People’s Lives” (bravi Voodoo Six) e accenni di letteratura da spionaggio con “Tinker Taylor”, che prendono sempre più forma con le tracce successive, come la strumentale “Harry’s Place”. Sorprendente “Weather” per la melanconia di classe. Si raggiunge l’apice di bellezza con “The Wrong House”: flauto western e suoni da duello, miscelati con l’hard rock, con riff da caricatore per kalashnikov, un energico Joe Lazarus, e melodia mordente, grintosa. Una “Shane” avvincente. Per poi concludere con “Storryville, l’unica traccia che, come una scatola di cioccolatini, mi riporta al passato (al periodo Mogg & The Sign Of 4). Da assaporare piano piano per gustare ogni sua consapevolezza.

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