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ABGOTT

Dopo l'ottima esibizione sul palco del Nord Wind, a Bari, il vulcanico ed istrionico cantante-chitarrista dei blackster Abgott, si è reso disponibile per una breve intervista. Allora, presentiamo ai lettori di Hardsounds gli Abgott... Gli Abgott nascono nel 1997 in Italia, e dopo un paio d'anni abbiamo pubblicato la demo "Celtic Metal Battle". Poi ci siamo spostati in Inghilterra e nel 2000 è arrivato il primo, omonimo, album. A seguire "Fizala" e l'anno scorso "Artifact Of Madness". Ascoltando la vostra musica non si può non cogliere una certa influenza death, e il primo nome che mi viene in mente è Morbid Angel. Quali sono le band che hanno maggiormente inciso sul vostro sound? Direi che quest'osservazione è giusta. I Morbid Angel sono da sempre una delle mie band preferite, insieme a Megadeth, Death, Celtic Frost. In ogni concerto ho bisogno di suonare una cover dei Megadeth per aprire, sennò mi incazzo. (sorride) Per quanto riguarda il Black, parliamo di Mayhem, Emperor, Darkthrone. Ho sempre seguito in maniera approfondita la scena norvegese, pensa che scambiavo, via posta, del materiale con Euronymus (storico chitarrista dei Mayhem, assassinato da Varg Vikernes, ndr). Poi un giorno ha smesso di rispondermi. Pensavo si fosse stancato, o offeso. E invece era morto. Al di là di tutti i luoghi comuni generati a tavolino da astuti discografici per impressionare i più giovani e inesperti ascoltatori, secondo te cos'è il Black Metal? E' una filosofia di vita, qualcosa in cui credere fermamente. Il blackster è fedele alla propria linea, al culmine del nichilismo. Io sono dell'opinione che il Black Metal non debba essere per forza qualcosa indissolubilmente legato alla Norvegia, come molti pensano. Ognuno deve esprimere il substrato culturale della sua terra, e portarlo in musica. Chiaramente ci sono delle "guide-lines", ma per il resto è tutto un discorso interiore. io la vedo così. Loro (i Disguise, black metal band pugliese che ha seguito gli Abgott nella turnée italiana, ndr) hanno raggiunto una forte maturità musicale, avendo compreso questo concetto. Il loro è un "Southern Black Metal", si potrebbe dire. Durante il concerto ti sei lasciato andare a diversi improperi nei confronti di alcune figure religiose. Mi giunge spontaneo chiederti la tua visione in questo senso... Sono contrario ad ogni forma di religone. Anzi, diciamo pure che detesto tutte le religioni. Lasciando Roma, ero contento di non avere intorno tutti questi cattolici, poi però a Londra ho trovato protestanti, presbiteriani, altri cattolici, buddhisti, hare krishna, musulmani, e così via... (e qui partono una serie di improperi all'indirizzo degli adepti di alcune di queste confessioni) La cosa peggiore è che vengono a bussare alla tua porta per cercare di convertirti. Io non mi sognerei neppure di infastidire qualcun altro con le mie convinzioni. Cioè, io scopo quattro volte al giorno, e questi riescono sempre ad interrompermi sul più bello. (ride) Poi tutti questi obblighi... Per esempio, il cantante-chitarrista dei Necrophagist, Mohammed Suiçmez, mio carissimo amico, che è mio ospite ogni qualvolta si trova in Inghilterra, è un musulmano praticante, e non può bere alcolici, non può mangiar maiale, non può fare questo, non può fare quest'altro... E io, anche se lo considero un fratello, non posso certo stargli dietro in questo, quindi quando sta da me sa che deve fare la spesa per cazzi suoi e cucinare da solo. Questo per fare un esempio. Cosa pensi della scena Black qui in Italia? E' una scena fredda. Scostante. Senza grandi personalità. Poi, come ho già detto, ognuno interpreta il Black come preferisce. E qui parlo soprattutto del pubblico. Vedi, di solito, dove sto io, in media suono davanti a trecento persone, che si ammazzano di "mosh", ti insultano quando gli gira, senza un vero motivo, in Polonia, invece, sparano... Sparano? (sorride) Proiettili a salve, in aria. Ma sparano. Ecco, ognuno reagisce a modo suo. Stasera, per esempio, non si arrivava a sessanta persone, però tutti ascoltavano, erano interessati alla mia musica, alle cazzate che dicevo (ride). E questo, credimi, è meglio di trecento persone che pogano, ma non ti pensano proprio. Va bene, direi che può bastare. Vuoi dire qualcosa ai lettori di Hardsounds? Stay rock!

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