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FAKE IDOLS

Ciao Enrico. Come si è arrivati ai Fake Idols partendo dalle vostre precedenti band, e perché questo nome? Claudio, voce, Enrico, batteria, Ivan, chitarra suonavano nei Raintime. Terminata questa esperienza a causa di infiniti cambi di line up c'era la volontà di provare qualcosa di nuovo. Per cui nel 2012 i tre hanno iniziato a scrivere i primi pezzi, più melodici e rock rispetto al metal svedese della band iniziale. Di seguito si è aggiunto Ivo, proveniente dai metalcorers Slomotion Apocalypse, e Cristian che suonava nei Jar of Bones, che hanno completato la formazione nel 2013. Fake Idols è il nome di una canzone dei Raintime, e ci piaceva il significato che gli si può attribuire in una realtà costellata da Falsi Idoli (basta vedere il music business!!!) Quanto c'è di Raintime, Slowmotion Apocalypse e Jar Of Bones in questo primo album? Ci sarà la possibilità un giorno di rivedere in attività questi gruppi? Dei gruppi precedenti è rimasta l'attitudine, soprattutto in sede live, di spaccare!!!. Ma il nuovo progetto ci vede impegnati in una ricerca di forma canzone meno estrema e pesante. Le nostre precedenti band ad ora sono in stand by, ma non è mai detta l'ultima parola...la tentazione di "accordarci" in si o in la c'è spesso!!! Di cosa parlano i testi? La copertina sembra scagliarsi contro un ipotetico dittatore che incarna le peggiori ideologie del secolo scorso... Quello che rappresenta la copertina di Mirkow Gastow è la metafora di una società che spesso si fa rappresentare e guidare dai peggiori individui che perseguono il potere solo per i loro interessi. Falsi idoli quindi, non solo politicamente parlando, ma anche eticamente...e i testi riportano queste considerazioni. Come siete riusciti a incanalare i vari generi che suonavate in questo progetto? Lo vivete come piena espressione di libertà o qualcuno di voi rinuncia a qualcosa nel songwriting? Eh eh, non ti nascondiamo che ogni tanto la tentazione di mettere un riff intricatissimo e di aumentare i bpm a 200 c'è. Tentiamo di “sfogare” la nostra tecnica negli arrangiamenti e negli assoli. Comunque è ovvio che quando suoni in una band “democratica” come la nostra, dove ognuno dice la sua, bisogna avere la capacità di confrontarsi e discuterne (più o meno pacatamente!!!) e di accogliere la sfida di un nuovo progetto diverso da quelli precedenti. Il brano finale del disco ("The Trap of Promise") è diverso dagli altri, potranno esserci ulteriori sviluppi su questo tipo di canzone? La volontà era quella di creare una ballad che diventasse però qualcosa di meno scontato del solito pezzo “strappalacrime”. Lo sviluppo strumentale molto articolato è il nostro tentativo di dare un tocco di originalità a questo genere di canzone. Ad ora stiamo già componendo i pezzi per il prossimo album e ti dirò che siamo ancora più aperti ad influenze di qualsiasi natura e genere. L'ospitata di Mia delle Crucified Barbara come è nata? Avete scelto il brano apposta per lei? Nel prossimo album chi vorreste avere come guest? Cristian suonando coi i Jar of Bones ha avuto la possibilità di fare da spalla più di una volta alle Crucified...e così è nata l'amicizia con Mia, che nel corso degli anni si è andata consolidando..Quando dovevamo scegliere chi ospitare nel disco abbiamo subito pensato a lei, che ha accettato con entusiasmo. Il pezzo scelto è “my hero” perchè pensavamo potesse essere il pezzo perfetto per Mia, dove la sua voce ben si amalgama con quella di Claudio...Pensiamo di aver raggiunto l'obiettivo! Per quanto riguarda la guest per il prossimo album...beh, aspettiamo di entrare in studio, perchè la lista potrebbe essere infinita!!! I Cardigans: perché proprio loro nella cover? Altri artisti di questo tipo che ascoltate? I Cardigans sono stati un gruppo che ci ha sempre affascinato. Ivan è stato il promotore della cover e colui il quale ha strutturato gli arrangiamenti. Volevamo qualcosa che si distaccasse dal nostro genere, che fosse di una band raffinata ed intelligente e al contempo che non fosse né troppo recente né troppo vecchia o inflazionata. Da qui la scelta del gruppo svedese. Artisti simili li ascolta soprattutto Ivo (Interpol, Sigur Ros etc etc.), comunque tutti all'interno del gruppo hanno un lato più soft, tant'è che abbiamo anche fatto una cover degli Afterhours, che prima o poi registreremo! Come siete arrivati alla Lifeforce? I Raintime hanno pubblicato due album per Lifeforce. Quando stavamo vagliando le varie opportunità contrattuali per l'uscita del nostro album, vista la positiva esperienza precedente con l'etichetta tedesca, abbiamo deciso di accettare la loro offerta e di iniziare la collaborazione con loro. Parlaci del periodo di gestazione del vostro album. La sua produzione ci è sembrata moderna e al contempo molto personale. C'è stato molto lavoro dietro alla preproduzione del nostro cd. Registriamo tutti i pezzi in sala prove in diretta e poi in studio da Ivan, dove abbiamo la possibilità di lavorare con le voci al meglio, riregistriamo aggiungendoci sovraincisioni, eventuali campioni, in modo da avere un'idea più precisa e obiettiva di quello che stiamo creando. Quindi, quando ci siamo presentati in sala di registrazione, avevamo già in mente al 90% come suonavano i pezzi. Confrontandoci poi con il nostro produttore e amico Matteo “Ciube” Tabacco (ex bassista dei Dufresne e titolare dei Raptor recording studio di Vicenza) abbiamo limato alcune cose (soprattutto per quanto riguarda l'aggressività delle chitarre) dirigendoci verso un suono meno metal e più rock. Quali sono i musicisti o le band che vi hanno ispirato? Qualcuno di questi potrebbe portarvi in tour o -al contrario- ci sono band amiche che vorreste portarvi in giro per l'Italia? Le band che ascoltiamo e che ci influenzano costantemente sono veramente molte e diversissime...Si va dagli inevitabili classici (Iron Maiden, Metallica, Pantera) a gruppi grunge (Alice in Chains, Soundgarden), da ascolti più o meno rock (Foo Fighters, Alterbridge) a cose più estreme grind (the Secret) o metal (Gojira etc...). Per quanto riguarda un ipotetico tour siamo di poche pretese...ci andrebbe bene qualsiasi band che ami far casino in un backstage. Per le band amiche con cui fare un giro in Italia sappiamo che non rimarremo delusi, viste le precedenti esperienze di after show, dai devotion e, soprattutto, dai bleeding eyes! Nei live suonate altri brani oltre a quelli dei Fake Idols? Live ci concentriamo quasi esclusivamente sul nostro repertorio. Includiamo ovviamente la cover dei Cardigans e, per fare i ruffiani, ogni tanto aggiungiamo un pezzo dei Foo Fighters, "The Pretender". Quali band -adesso emergenti- hanno le carte in regola per sfondare? Eccetto noi??? A parte gli scherzi, parlando di Italiani alla loro prima uscita discografica pensiamo ai nostri vicini di casa Invivo...i loro live sono impeccabili e il loro disco è perfetto. Altamente consigliati! Siamo ai saluti. Grazie ad Hardsounds per l’intervista e grazie a chiunque comprerà il nostro album ed assisterà ai nostri show! A presto, e Fake The System!!!

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