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ARTEMISIA

Ciao ragazzi, iniziamo dal vostro ultimo album e dal suo titolo. Cosa sono per voi gli stati alterati di coscienza? Una reazione rispetto a quanto le percezioni quotidiane possono offrirci? Anche se di rimando, si può collegare a viaggi lisergici, quali l’assenzio, l'LSD e tutte le varie sostanze allucinogene; ci sono anche stati alterati indotti, come le trance sciamaniche o medianiche. In molti dei brani si respira questo, come il contatto con l’aldilà, la ricerca dell’Altro Io, la presa di coscienza delle proprie debolezze e paure che in stati normali non verrebbero percepite. Chi sono i personaggi all'interno dei disco e quali sono state le scelte per dare voce alla strega di Portalba, ad esempio? O anche la Artemisia che dà il nome alla band... Fondamentalmente Anna è sempre stata appassionata di misticismo e soprannaturale, quindi inconsciamente, si è ritrovata nella stesura dei testi con questi personaggi . Per ArtemisiA è una coincidenza, il nome nelle intenzioni doveva rispecchiare in un certo senso il sound della band, misterioso, non qualificabile mantenendo comunque una connotazione femminile, in modo da richiamare l’attenzione e curiosità sul peculiare abbinamento voce/musica. Quindi, ArtemisiA, dal nome della pianta di Assenzio maggiore, il cui nome latino è Artemisia absinthium, la cui lavorazione da origine al distillato d'assenzio, noto anche come "la droga dei poeti maledetti" ( Vedi Baudelaire, Verlaine, Rimbaud.) ci sembrava calzasse a pennello. Come avviene la scrittura di un vostro brano? Sapete già in partenza come suonerà il disco che state per registrare o andate in studio continuando a livellare i pezzi? Di questo album, ce ne saranno alcuni che preferite particolarmente... Sostanzialmente, essendo musica di matrice rock “vecchia maniera”, i pezzi partono da un’idea o riff di chitarra. A volte Vito ha solo un riff da cui poi gli altri sviluppano il resto, altre la struttura è completa e manca solo l’arrangiamento. Discorso a parte, meritano la melodia e i testi. Il tutto è opera di Anna, la quale riesce ogni volta stupire per la bellezza e immediatezza delle sue idee. Poi lavora sul testo, a volte ispirata dal tipo di musica creata a volte sviluppando pensieri e frasi che le vorticano in testa. Crediamo di essere legati a tutti i brani in egual misura, poi ovviamente ognuno di noi ha la sua preferita. Quali sono le differenze rispetto al suo predecessore? Sentite lo stesso fluido scorrere tra i due? Fondamentalmente una maggiore maturita' artistica che ci ha permesso di essere piu' selettivi sui brani cercando di concepirli quasi come ognuno di loro potessere essere un potenziale hitsingle ecercando comunque di mantenenere il nostro sound. Il fluido che scorre tra i due è sicuramente la voglia di scrivere canzoni in totale liberta' compositiva. Per il vostro prossimo lavoro sareste più orientati a un indurimento del sound o a un suo smussamento? Non ci prefissiamo mai niente, cerchiamo di creare in totale liberta' , con la voglia di sperimentare . L'unico punto fermo è che i pezzi devono suonare ArtemisiA al 100%. La forza della vostra musica è la sua camaleontica sensualità. Quali sono gli artisti cui vi sentite vicini? Per musica e/o filosofia di intendere la vita. Diciamo che nel nostro sound prevale senza dubbio una forte matrice '70 con influenze progressive, mentre per il cantato direi che ci si puo' senza dubbio riscontrare una forte matrice del cantautorato italico! Quali album state ascoltando in questo periodo? Siamo molto poliedrici nell'ascolto musicale: si puo' tranquillamente dire che passiamo dai canti Tibetani alla Carmen Consoli senza colpo a ferire. Come vi approcciate all'aspetto live? La provocazione trova posto nel vostro immaginario o preferite maggiore sobrietà? Impatto o incanto? Ci reputiamo una rock band e come tale, dai live prediligiamo l'aspetto fisicita', l'interagire con il nostro pubblico, lo scambio di energia è la nostra droga! A proposito, dove vi vedremo esibirvi prossimamente? Per questa estate stiamo vagliando alcuni grossi festival che ci permetteranno di poter avere una buona visibilita' e la possibilita' di divulgare l'ArtemisiA sound!! La scelta del cantato in italiano è la ciliegina sulla torta, soprattutto abbinato alla grande voce che vi ritrovate. Trovate qualche difficoltà a esprimervi in tale lingua (visto l'andazzo anglofono della musica attuale) e soprattutto ad arrivare al pubblico? Innanzitutto, essendo italiani, l'uso della nostra lingua ci è più facile per esprimere ciò che pensiamo e poi, l'italiano è una lingua difficile da usare ma ha delle potenzialità semiotiche e sonore veramente impressionanti. Il nostro obiettivo è quello di usare queste possibilità per conferire ai testi non solo un significato effettivo ma anche un richiamo sonoro evocativo. Siamo ai saluti. Cosa direste ai giovani musicisti alle prime demo per spingerli a continuare a seguire la loro passione? Di crederci,di crederci fino in fondo, cercando di creare una loro identita'musicale e di non “scimiottare” l'artista del momento. Lo sconforto è dietro langolo ma è in queste situazioni che si vede il carattere della band. Solo perseverando con molta passione è possibile ottenere risultati. Grazie mille per la bella intervista e a presto!!

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