STEELY DAN: Pretzel Logic
Spiagge bianche, le onde che lentamente accarezzano la battigia mentre il sole tramonta e s'immerge nel mare a vista d'occhio sconfinato. Qualcuno ancora passeggia lungo la riva. L'aria si è fatta tersa, il cielo striato di colori caldi ed avvolgenti. Alte palme proiettano le loro lunghe ombre sulle strade dorate del giorno che sta per finire. Tra un cocktail e l'altro ti vedi seduto al tavolo di un bar, mentre la radio trasmette melodie sognanti che da tempo non ascoltavi, e ritrovi te stesso, quello che sei stato e quello che sei adesso nelle note di...Sunset Boulevard, la nuova rubrica di Hardsounds interamente dedicata alle sonorità West Coast. Pronti a viaggiare?!?
Una grande contraddizione gli Steely Dan! Sono considerati un gruppo, ma non sono un gruppo. In realtà sono un duo (Fagen & Becker), impreziosito dal loro produttore Gary Katz. Sono una rock band, ma non amano molto il rock; il loro genere sconfina dal pop alla fusion, passando per il jazz. Artigiani della musica nei loro arrangiamenti, non rockstar! Questo terzo album è quello che unisce più fruitori. Album definito jazzy (jazz e funky). La logica contorta anche nella copertina e nella title track, come un pretzel, spuntino dalla forma del “nodo allentato”. Merenda molto antica. Pretzel significa “ricompensa”, premio per i bambini che imparavano versi o preghiere della Bibbia. Originario dell’Austria/Germania, portato in America dagli Olandesi, il Pretzel viene commercializzato per strada: a Philadelphia l’ambulante che sforna caldi Pretzel diventa una vera e propria icona. La foto della copertina è stata scattata a New York.
Gli Steely Dan hanno quel “fare antipatico” che, se ti entra nel cuore, non puoi farne a meno! Mi ricordano molto il carattere delle persone scomode. Quelle persone che risultano antipatiche alla maggior parte della gente, perché dirette, vere, senza maschere (… o forse tengono la maschera per non essere ferite). Ho un debole per questo genere di individui. Sono in grado di regalare grandi emozioni, lo stesso vale per la musica di questi due ragazzacci. Quell’atmosfera noir traspare in ogni canzone, l’album evoca note di fumo che aleggiano in aria creando disegni infiniti. Chiaro e scuro: pop e rock. Questa musica non è per tutti! E va ascoltata in un determinato momento, perché loro riescono a dare un senso leggero all’aria pesante, una sorta di trasmutazione spaziale! Album di corta durata (35 minuti), atmosfera rilassante; se acchiappi il momento, loro possono girare sul tuo stereo anche a ripetizione. "Rikki Dont’t Lose That Number" è la traccia di apertura di questo terzo album. Singolo di maggior successo della loro carriera. Una flapamba nel silenzio (strumento a percussione) anticipa questa canzone morbidosa, la canzone dotata del più alto tasso di ammorbidente! Fusion, un incrocio tra rock and jazz. Ecco, questa rappresenta in musica come “vivono la musica” gli Steely Dan proprio in questo periodo della loro carriera. Decidono di allontanarsi completamente dalle esperienze live e si dedicano al concetto di band da studio; si estraniano dalla realtà e creano qualcosa di nuovo in quegli anni ’70, dando vita, in un’atmosfera chiusa e delimitata, ad uno sconfinamento di qualsiasi barriera e rigidità. Strano, ma è proprio questo il concetto che vorrei far passare, antipatici come pochi, e poi in grado di contaminarti la mente. Non credo che sia un caso il testo della canzone stessa, un richiamo verso Rikki che ha già deciso di allontanarsi e di isolarsi, ma la voce di Fagen continua a ricordagli “Potresti cambiare idea Rikki, non perdere quel numero, potresti usarlo se ti senti meglio quando arrivi a casa”. E poi c’è l’acustica "Any Mayor Dude Will Tell You", il chiaro e lo scuro. La musica calda che affronta il terribile scontro/incontro con il proprio essere. “Puoi provare a correre, ma non puoi nasconderti da ciò che c’è dentro di te”. Nel testo è rappresentata simbolicamente l’immagine delle lacrime di uno Squonk. Creatura mitica, vivente nelle foreste di Hemlock (America del Nord): la leggenda narra di una creatura inadatta, coperta da una pelle di cui le stessa si vergogna che passa il tempo piangendo. Una triste creatura. Scritta da Fagen a Becker o viceversa! Qui la voce di Fagen è avvolgente, il piano conforta e primeggiano le parti di chitarra ritmica di Denny Dias.
Solare, commerciale, pop, folk country, il sound di "Barrytown". La ballata americana alla Springsteen. "Barrytown" è una frazione di New York attraversata dal fiume Hudson; lì i due ragazzi vi andavano al college (Bard College). La citano perché Barrytown era anche, la casa della Chiesa dell’Unificazione del reverendo Sun Myong Moon, movimento religioso coreano. Canzone semplice cantata tutta d’un fiato alla Dylan. E qui Fagen è nel pieno del suo essere vero, scomodo, nel suo dolce modo di screditare i seguaci di una cultura inventata come quella dei Moonies: “Ma laggiù a Barrytown fanno cose molto strane, e anche se non sei il mio nemico, mi piacciono le cose come una volta, e anche se desideri una compagnia, sono in piedi da solo, vai a viaggiare con qualcun altro”. Non mancano i riferimenti alla storia. Il vecchio jazz, un classico di Duke Ellington/Bubber Miley, la quinta traccia "East St. Louis Toodle-Oo", resa divertente con più stratagemmi. Walter Becker ha cantato la melodia attraverso una talk box per modellare il suono ed imitare lo stile di tromba di Miley Bubber, e Jeff Shunk Baxter ha usato una chitarra d’acciaio a pedali per la parte del trombone. Gioia, ritmo e fusion all’ennesima potenza in "Parker’s Band", un vero e proprio tributo al Bepop del sassofonista Charlie Parker. Ed ora preparatevi a camminare veloce, a saltare, a correre, con la scoppiettante, western, country, Tex-Mex "With A Gun" che arriva come un colpo di pistola dalla mira eccezionale, e ricorda un po’ ritmo e parole “Quando si correva per rabbia o per amore, ma fra rabbia e amore il distacco già cresce, e chi sarà il campione già si capisce, vai Girardengo, vai grande campione, nessuno ti segue su quello stradone”. Gli Steely Dan anche ciclisti sono! O meglio, dei Campioni.
P 1974 - ABC Records
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