WOLF: EVIL STAR
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22/04/2004Monicker, titolo del CD, titoli delle canzoni, cover del disco: tutto rimanda alla NWOBHM ed a quella fiorente scena che ha fatto storia e che ancora oggi, soprattutto tra inguaribili sostenitori ed affamati collezionisti, vive nonostante il tempo ed il mercato ne abbiano dichiarato la morte(almeno apparente). I Wolf sono svedesi, vista la premessa non sono dei burattini, e credono fermamente in quello che suonano ed in quello che rappresentano. Non sono meri esecutori di quell'illustre passato, ma ne condividono l'attitudine, diverse tematiche e, ovviamente, le sonorità. "Evil Star", considerata anche la produzione abbastanza ovattata ed ottantiana, potrebbe sembrare la ristampa di un vinile dell'epoca, quello di una band capostipite del movimento. Ma Olsson e soci non ne ripropongono pedissequamente i passi, bensì li esaltano, li commemorano e per lunghi tratti continuano il discorso lasciato per troppo tempo interrotto. Cavalcate metalliche ed un riffing assassino vibrano fendenti mortali, song dopo song, come un cavaliere incollerito e disonorato. La title track è un guerriero che sella un destriero nero che scorazza tra terre desolate e foreste inanimate in cui vagano spettri senza nome. Probabilmente, "The Avenger" è il terrore che lo sta inseguendo e cacciando, con affanno, con rabbia, tra una pausa ed una ripartenza. "Devil Moon" li osserva, prima indecisa e cadenzata, poi aumenta la frequeza dei suoi sguardi e si lancia in un assalto chitarristico in cui alterna assoli e scale armoniche che mettono i brividi. "The Dark" cala il suo velo sull'inseguimento e la scena si esaspera, ma con la successiva "Black Winger Rider" il guerriero trova rifugio e si alza in volo bel oltre "(Don't Fear) The Reaper", sospirato atto finale in cui il coraggio è decantato come un inno che si scontra con e sconfigge le avversità.
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