VOYAGER: Fearless in Love
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12/08/2023Dopo aver raggiunto il 9° posto all'ultima Eurovision, l'esposizione degli australiani Voyager è notevolmente aumentata. Il loro singolo “Promise”, contenuto anche nella versione digipack di questo album, ha riscosso milioni di visite. La verità, però, è che il monicker Voyager è associato di questa cosa chiamata Musica da diversi anni, e aveva già un numero elevato di fan fedeli (me compreso) che li ama da tempo. L'Australia ha prodotto un numero elevato di gruppi incredibili, ma questa stravagante band è difficile da etichettare esattamente. Il genialità di questo band sta nel fatto che sono grandi fan della musica degli anni '80, ed hanno sviluppato il loro stile attorno a melodie e armonie "poppy", e sono riusciti a mescolarli con sintetizzatori lussureggianti saldamente piantati tra i Duran Duran e il territorio dei Type O 'Negative; poi riff moderni, djent e spigolosi. Di conseguenza, molte delle loro canzoni hanno molti momenti di di rilievo e suonano abbastanza fresche e uniche. La band dal vivo produce anche uno spettacolo ad altissima energia, uno spiccato senso dell'umorismo e un'esecuzione chirurgica dei riff. Passando nello specifico al nuovo 'Fearless In Love', il disco prosegue nella direzione in cui si era mosso il precedente 'Colors in the Sun'. I sintetizzatori e gli 808th sono molto predominanti, forse anche più dei loro album precedenti, tuttavia il guitarworking risulta molto più prominente, e in alcuni momenti schiacciante per la pesantezza dei riff. I breakdown in "Ultraviolet", "Prince of Fire" e "Twisted" sono degni del meglio di Periphery, momenti in cui la band rende omaggio ai gruppi che hanno plasmato il suo sound, e ci sono ovvi riferimenti ai summenzionati Type O' Negative, Duran Duran e Devin Townsend, ma ci hanno messo il loro tocco moderno, e per questo non suona sdolcinato o artificioso, ma con personalità. Motivi per cui "The Lamenting" è probabilmente il mio brano preferito: intenso, atmosferico e con un riff flessuoso sul finale. Un ascolto ed un'esperienza di assoluto piacere; aiutato anche da una produzione incredibilmente nitida in cui ogni strumento trova il suo giusto spazio nello spettro delle frequenze. In poche parole, un album che canditato a disco dell'anno.
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