ULFHEDNAR: Mortaliter
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28/06/2018Attivi dal 2011, gli Ulfhednar vedono una serie di cambi di protagonisti in line-up tale da non poter dare costanza alla loro creatura. Ci ritroviamo infatti in discografia solo una demo del 2014 e poi questo full-length, datato 2017. Il verbo proposto è un black metal gelido, di chiare matrice nordica, sorretto poi da divagazioni di altro tipo e genere. Mortaliter è materia grezza, incandescente e fredda al contempo. Furia grind si affaccia talvolta, sentore punk che trasuda di primordiali intenti. D’improvviso poi ecco incappare in sviluppi doom e in approcci classicamente heavy metal. Il tappeto ritmico e l’anima del progetto pulsano di nera fiamma, base da cui tutto il resto poi si dirama. Rock, thrash, gothic e poi tutto ciò di cui sopra, rimescolati e buttati in una bolgia di bestiale indole. Apprezziamo indubbiamente l’adrenalinica frenesia dei ragazzi nel voler dare libero sfogo alla loro indole, senza schemi o cliché. Chiaramente tale destruttura diventa un’arma a doppio taglio, perché a volte non è ancora sorretta dalla tecnica e maturità compositiva necessarie a giustificarne la presenza. E’ un po’ come se la passione e l’energia si disperdessero in uno sforzo che va in tutte le direzioni, senza però alcun scopo preciso. Siamo così ricacciati indietro, tra agonia, caos e sudore che ci nausea e che fisicamente ci sfianca, facendoci barcollare e poi franare al suolo. Frastornati non riusciamo a trovare quel filo conduttore e quell’attitudine che è oggi semplice bozza negli Ulfhednar. Siamo convinti che il tempo darà ai nostri le direttive per fare il meritato e necessario salto di qualità. C’è ancora molto da plasmare, ma non si può non sottolineare la capacità di raggelare il sangue da parte degli artisti, alfieri di un black metal fiero e comunque personale
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