THOUSANDS POINTS OF HATE: SCAR TO MAKE THE DAY
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14/06/2004"Scar To Make The Day" è il mini LP con cui il quartetto inglese fa il proprio debutto sulle scene; alla base della proposta musicale della neonata band sono evidenti le influenze del più moderno thrash metal, che si accompagnano ad un gusto melodico non disprezzabile, evidente soprattutto quando entrano in gioco entrambe le voci. Già, perchè se da un lato il cantato principale è poco più di un suono strozzato, la seconda voce, più armoniosa, è di un livello superiore (pur non essendo nulla di sensazionale) e rende il tutto più apprezzabile. La title track è un mid tempo cadenzato (dal sicuro impatto in sede live), basato su una struttura ritmica magari non originalissima, ma allo stesso tempo non certo disprezzabile; meglio comunque la fase centrale del brano dove il ritmo prima rallenta ulteriormente poi la rabbia del gruppo esplode in un'accelerazione degna di nota in cui fa bella mostra di sè un assolo di discreta fattura. Decisamente più oscura la successiva "Cut To Reality", anche se il groove trascinante creato dai quattro musici non ne giustifica l'eccessiva durata: sette minuti abbondanti sono effettivamente troppi per un pezzo che dopo tre minuti ha già detto tutto. Dopo i due mezzi passi falsi "Within" e "For The Suffering", ci pensa l'efficace "Body And Blood" a riportare l'opera prima dei Thousand Points Of Hate su livelli più che sufficienti: qui l'impeto del thrash è messo parzialmente da parte in favore di un più ricercato senso melodico, che prende forma anche grazie ad un uso più ragionato della voce da parte dei due singer. Chiudono il mini "(Welcome To) My World" in cui le buone idee non mancano (ma vengono penalizzate ancora una volta da una prolissità eccessiva) e il remix del primo brano, che non modifica comunque le impressioni suscitate dalle tracce precedenti. Un lavoro fatto di alti e bassi, in cui soluzioni personali e convincenti si mescolano a episodi più noiosi o ripetitivi, per un risultato complessivo che arriva sì alla sufficienza, ma a fatica.
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