THE FALL OF EVERY SEASON: FROM BELOW
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01/02/2007Non è stato facile riuscire ad ascoltare tutto per intero i più di tre quarti d'ora di questo disco di Marius Strand, in arte 'The Fall Of Every Season' dalla Norvegia. Non è stato facile perché in esso, secondo un'alchimia ben studiata e ottimamente realizzata, confluiscono molteplici influenze, come Ulver acustici, Katatonia degli ultimi periodi, Mourning Beloveth per le parti più aggressive e gli Opeth più Pinkfloydiani per le parti più prog. Capirete che un insieme così eterogeneo di stili e derivazioni mi aveva fatto pensare subito ad uno di quei calderoni" che tanto disprezzo se non fosse stato per un attento ascolto delle cinque canzoni dell'album in questione, ben bilanciate fra le varie caratteristiche dei sounds di cui sopra. In particolare il doom suonato da Strand viene definito 'progressive' per la ricchezza e la varietà di soluzioni intraprese all'interno di quello che è un genere non proprio brillante per cose di questo tipo. Inutile aggiungere che le parti acustiche sono le più melodiche ed evocative, e devono il loro effetto grandioso al contrasto che si viene a creare con quelle più aggressive dove fa la sua comparsa la strumentazione elettrica, il growl e atmosfere diventano grigie e melanconiche. Composto, suonato e registrato completamente dallo stesso Marius Strand, 'Frm Below' viene quindi ad essere un opera in perfetta simbiosi con il suo creatore e ne rispecchia quindi anche gli aspetti caratteriali. Citare un pezzo piuttosto che un altro sarebbe un affrnto alla qualità propria di quelli non nominati, per cui consiglio un ascolto a campione di tutto il disco, avendo bene a mente che no nsarà un ascolto da fare con fretta o pensando ad altro: 'From Below' è un disco da assaporare e da capire con il cervello ed il cuore prima ancora che con le orecchie.
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