THE CHARLATANS: We Are Love
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08/11/2025'We Are Love' è la quattordicesima prova in studio per i veterani The Charlatans, che arriva dopo il più lungo gap mai registrato tra un loro disco ed un altro, ovvero a otto anni dal precedente (e ottimo) ‘Different Days’. Il Covid, i progetti solisti, alcune complicazioni personali ed il fatto che i quattro membri ufficiali della band (più il batterista ex Verve Pete Salisbury, mai ufficializzato come membro effettivo), capitanata dal talentuoso Tim Burgess vivano sparsi per tutta Europa hanno portato a questa lunga attesa, ben ripagata però da un disco davvero valido e che conferma la band britannica come assoluta istituzione in ambito indie rock. Il team produttivo scelto per il nuovo progetto è davvero di primissimo livello: alle manopole infatti troviamo Dev Hynes (già al lavoro come solista dietro gli pseudonimi Blood Orange e Lightspeed Champion), Fred Macpherson (Spector, Rachel Chinouriri, Jessica Winter, Taahliah) e addirittura il leggendario Stephen Street (The Smiths, Blur, The Cranberries, Suede). Nomi che non sono solo altisonanti, ma traghettano il sound di Burgess e compagni tra passato, presente e futuro, andando a cesellare un sound ormai inimitabile ed inconfondibile fino ad arricchirlo con nuovi elementi che creano un amalgama sonoramente sospeso nel tempo. A detta dello stesso Tim, olografia e psicogeografia sono stati due concetti ben presenti durante la lavorazione di 'We Are Love': i Charlatans sono infatti tornati a registrare parte del disco ai leggendari studi Rockfield, dove trent’anni fa, durante le registrazioni del fondamentale ‘Tellin’ Stories’, perse la vita il tastierista Rob Collins in seguito ad un incidente stradale. A livello sonoro, come detto, il lavoro è un ponte tra passato e futuro: in questo i Charlatans sono paragonabili ad un’altra band che in questo momento sta vivendo una seconda (anzi, terza) vita artistica, i conterranei Suede. Artisti che non hanno intenzione di abbandonarsi alla nostalgia e alle glorie passate (e dire che il momento per il rock britannico sarebbe pure propizio, con gli Oasis che macinano sold out a ripetizione negli stadi praticamente suonando solo brani pubblicati tra il 1994 e il 1997), ma che scrivono, producono e pubblicano nuovo materiale non considerandosi assolutamente come “nostalgia acts”. Dentro ‘We Are Love’ troviamo i Charlatans più classici, ben rappresentati dal secondo singolo “Deeper And Deeper”, prodotto da Stephen Street e che col suo giro di organo strizza l’occhio alla meravigliosa e indimenticata “The Only One I Love”, e da “Glad You Grabbed Me”, che prima del finale si arricchisce di un meraviglioso solo di sax ad opera del musicista statunitense Peter Gordon. L’apertura è affidata a “Kingdom Of Ours”, che setta benissimo le coordinate sonore del disco andando a sfociare sulla titletrack e lead single, che si snoda tra chitarre angolari ed un ritornello che si appiccica inevitabilmente alle orecchie. “Many A Day A Heartache”, già presentata in precedenza dal vivo, inzia già a mescolare le carte e fa il paio con “For The Girls”, uno dei migliori brani del lotto, destinata a rendere felice chi ha un po’ di nostalgia dei Charlatans più sbarazzini del periodo ‘Wonderland’. “You Can’t Push The River” è più rarefatta ed è l’altro brano prodotto da Street, ed insieme ad “Out On Your Own” e la conclusiva “Now Everything” fa parte dello zoccolo duro più “sperimentale del lavoro”; da segnalare soprattutto quest’ultima, un meraviglioso affresco di quasi sette minuti che sembra quasi una “Tender” dei Blur arricchita da meravigliose sovrastrutture sonore. Un altro grande disco per i Charlatans che non sembrano davvero arrendersi al tempo che passa.
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