THE BOOK OF KNOTS: GARDEN OF FAINTING STARS
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11/09/2011Matthias Bossi, Sleepytime Gorilla Museum; Carla Kihlstedt, Sleepytime Gorilla Museum, Tony Maimone, Pere Ubu. E se si considerano le collaborazioni con gente come Tom Waits e Mike Patton (sua la Ipecac Recordings), allora si fa in fretta a capire che questi The Book Of Knots sono una band molto particolare, nonchè di difficile catalogazione. 'Garden Of Fainting Stars' è il loro terzo disco, e terzo capitolo di una trilogia che vuole essere la visione concettuale del mondo. Dopo terra e mare, l'investigazione è adesso dedicata al cielo, indagine che viaggia di pari passo con la musica ora sperimentale, ora apparentemente sgangherata, stralunata. Album dall'approccio dissonante che non cerca mai la sensazione melodica, ma che presta il fianco ad una lunga serie di visioni dal fascino cinematico tramite un lunguaggio contorto ed allo stesso tempo inmmediato. Qua e là fanno da contorno strumenti acustici sbilenchi e sprazzi di elettronica scomposti, voci filtrate e pseudo ballate dall'incedere inconfondibilmente waitsiano. Di brani veri e propri nemmeno l'ombra se non nell'iniziale "Microgravity", poi solo umori che accompagno le immagini che scorrono nella nostra testa assieme a vibrazioni psichedeliche, al ronzio notturno che arriva da una radio dalla casa di fronte sintonizzata a stento su una frequenza pirata. Qualche brivido ambient, narrazioni e la presenza di Mike Patton in "Planemo" completano la ricchezza di un'opera sconclusionata tanto quanto illuminata. Occorrerà molto sacrificio stargli dietro, ma le suggestioni che nascono durante l'ascolto di 'Garden Of Fainting Stars' sono assulutamente uniche.
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