TAURED: Taured
data
17/11/2020I temi legati alla fantascienza ed al connubio tra vita reale e dimensione fantastica, in un equilibrio sempre in bilico, sono spesso trattati nella musica rock e metal, dall’epoca in cui diventò fenomeno di massa con le grandi band degli anni ’60 e ’70, passando per le sfere underground e di nicchia che si sono sviluppate negli anni successivi, sulla scia dei loro grandi mentori. Ancora oggi si cerca di riscoprire questi orizzonti, alimentando di nuovo idee, discorsi e discussioni su ciò che è reale e su ciò che invece possiede dei risvolti che ci potrebbero sorprendere. I varesini Taured cercano di inserirsi nel panorama underground in questo modo, rilasciando il loro debutto in cui, grazie a sonorità prevalentemente post-rock con sfumature piuttosto ampie che spesso e volentieri solcano il tracciato della psichedelia e del caldo stoner, trattano una serie di fatti al limite tra il reale e il surreale, attraversando in maniera trasversale tutti i continenti del pianeta Terra, Antartide compreso. Sei brani in cui la band capitanata dal chitarrista Vincenzo Morreale sembra ricalcare in musica in maniera fedele i racconti che qui si svolgono. Gli studi e le storie ancora non completamente chiare che si incentrano sulla presenza del “Lake Vostok”, nei bassifondi dell'Antartide, vengono rappresentati con un post-rock che alterna sostanza ed atmosfera, quest’ultima creata da arpeggi centrali di chitarra che vengono poi ripresi in conclusione con un crescendo sonoro notevole. La storia bizzarra de “The Man Of Taured” si determina con dei riff dal sapore stoner, ai quali si aggiungono ritmi molto danzerecci, che traducono la discussione fitta tra l’uomo misterioso appena atterrato all’aeroporto e le forze dell’ordine, prima che gli stacchi che a mano a mano si dilatano ne sanciscono la sua misteriosa scomparsa nel nulla. Si va poi nel torrido deserto australiano, dove prima dell’uomo moderno gli Aborigeni hanno dettato legge, nella terra di Uluru, dove si staglia imponente il “Monolith” (vale a dire Ayers Rock, tra i simboli dell’Australia); la intro tribale apre degnamente il campo per “Monolith”, che si sviluppa in un post-rock stonereggiante che rappresenta bene la natura selvaggia del contesto. E via verso la Siberia, con “Wardenclyffe – Tunguska” che con un post-rock dall’aspetto ampio e luminoso (proprio come la forza scaturita dalla torre Wardenclyffe di Nikola Tesla) testimonia la potenza energetica luminescente della misteriosa esplosione elettrica che colpì quella terra. Ovviamente non poteva mancare Mamma Africa con “Fairies Circles”, che porta in musica gli strani cerchi incolti circondati da una caratteristica specie di piante (Stipagrostis), di cui ancora non si conoscono a fondo le origini. Ed infine, un caso strano italiano, intitolato proprio “The Strange Case of Pier Fortunato Zanfretta” e il suo incontro con esseri alieni, incontro ben sostenuto soprattutto da ritmiche serrate di batteria che lasciano spazio ad una moltitudine di ipotesi sull’effettivo sviluppo di quegli incontri. I Taured svelano così le proprie carte, attraverso una ricerca articolata e complessa che rende ambizioso il progetto, e proponendo un sound che si rivela interessante e ricco di buoni spunti che si colorano con il passare degli ascolti.
Commenti