STILLE VOLK: Milharis
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18/05/2020Rarefatti ricordi si susseguono nella nostra mente, immagini che ci riportano ad un onirico presagio, mistico pensiero nel quale con leggiadria ci distacchiamo dal nostro corpo. Folk, sperimentazione rock e medievali intermezzi sono i punti di riferimento per una band che va oltre le classificazioni. La voce narrante è protagonista in più punti, toni a metà tra la cerimonialità e il pagano menestrello, intensità che rapisce, unendo sapientemente tradizione ad avanguardismo. Non a caso si parla di neofolk, anche se i francesi sperimentano a 360° toccando lidi insoliti ai più coerenti amanti del folk. Un disco dissonante a tratti, ricco di sfumature e strumenti, ma non per questo caotico. Gli Stille Volk non perdono mai quella genuinità delle radici a cui appartiene la loro proposta, alternando però divagazioni di cristallina genialità interpretativa. Ambientazioni evanescenti nascondono sensibilità profonde, malessere che ci ferisce e dal quale tentiamo di rifuggire muovendoci verso un mondo di fantasia idilliaco. Soffocati dall'angoscia ci innalziamo verso una serenità idealizzata, particelle che inspiriamo in noi e che ci disgiungono da una trama di precarietà che, paradossalmente, non ci lascia liberi di muoverci, di spiccare quel volo e sentirci in pace, come desidereremmo. Milharis rispecchia un moto interiore indistinto, cadenzato da tradizioni ed emotività. Dopo circa venticinque anni di carriera e sette lavori in studio, gli Stille Volk mostrano freschezza ed idee, tanto da trafiggere il nostro cuore. Vi auguriamo di godere di questo full-length, il cui ascolto è vivamente consigliato.
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