STIELAS STORHETT: VANDRER...
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12/01/2007Benvenuti alla fiera dei luoghi comuni! Qui signore e signori potrete sicuramente trovare quello che più vi aggrada (in campo BM): atmosfere gelide di foreste del nord? Ce l'abbiamo! Registrazione zanzarosa quanto basta per non essere distanti dall'amato underground di inizio anni '90 ma allo stesso tempo non troppo dilettantistica per non sembrare i primi arrivati? Abbiamo anche di questo, certo! Un bel booklet in bianco e nero con scritte in caratteri gotici (bianchi su sfondo grigio si legge proprio benissimo) true al punto giusto? Come poteva mancare? E se voleste anche due belle coverone, una di Darkthrone ("Unholy Black Metal") e l'altra di Burzum ("Erblicket die Töchter des Firmaments"")? Beh, oggi è senz'altro il vostro giorno fortunato! Qui da Stiras Storhett, direttamente dalle fredde lande desolate di Russia abbiamo tutto questo e anche di più, ed il titolare, tale Damien T.G è anche una persona di tutto modo, polistrumentista che ha fatto incidere sul retro delle sue opere d'arte: People are no fun. People cause death and suffering. People destroy the life and happiness of millions. Please do away with the people! There are better things in the world. Signore e signori una vera occasione oggi! Preamboli scherzosi a parte, 'Vandrer...' è esattamente quello che si cerca di spiegare sopra: un disco che è affogato dai cliché per poter emergere del suo vero potenziale, che sinceramente mi è parso interessante, musicalmente parlando ovviamente. Le canzoni in esso contenute dimostrano una certa vena compositiva mai banale, con interessanti aperture melodiche non ruffiane e strutture mai lasciate al caso, in cui fanno capolino piacevolmente e più di una volta anche i Katatonia (come nella strumentale "Nymåne", dato che l'unico parlato sono gli urletti di piacere di una ragazza). Purtroppo tutto ciò è circondato da un marasma di pochezza che sinceramente hanno inficiato (e di parecchio) il giudizio finale su quest'album, che altrimenti è tranquillamente una spanna sopra a tutto quello che sta in giro adesso, ma purtroppo al giorno d'oggi i prodotti vanno curati in tutti i suoi aspetti, è finita l'era del "questo disco suona fighissimo, anche se ha una copertina ridicola, disegnata a mano, male e in bianco e nero" (se poi c'è mai stata) e per questo motivo, paradossalmente Damien T.G, pardon, gli Stielas Storhett si perdono proprio in quello che avrebbe dovuto essere più facile far bene, è cioè tutto il contorno non musicale dell'album. Comunque, a conti fatti, resta sempre un signor album, consigliato veramente a tutti coloro che amano i succitati gruppi, ed il metal atmosferico in genere. Aspetto la prossima!
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