STEWART, DAVE: THE BLACKBIRD DIARIES
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07/08/2011Immaginiamo ancora Dave Stewart al fianco della Lennox - sempre sia lodata - nella sua statuaria postura, il faccione inespressivo, gelido, che non lascia trapelare nessuna emozione neanche a pagarlo. Non è cambiato poi molto da quell'immagine, anche se pare abbia trovato una nuova dimensione artistica dentro cui muoversi in totale libertà, lontano dalle hit da classifica, dal singolo buca-frequenze-radio. Dopo varie collaborazioni, e spesso in veste di produttore dopo la fine degli Eurythmics, torna a farsi notare con un nuovo album solista dopo oltre due lustri dall'ultima esperienza in solitaria, e lo fa in punta di piedi con composizioni si leggere, ma ridotte all'osso, introspettive, in un'inedita veste root-rock di matrice americana. Quindi blues, country, rock elettro-acustico ed atmosfere tendenti al malinconico, all'intimità, che farebbero la loro degna figura in piccoli club di periferia, in sagre di frontiera, in festival country di stanza in quel di Nashville. Ma il buon Dave non ha perso l'abitudine di contornarsi di donne dietro al microfono: duetta amabilmente con Steve Nicks (Fleetwood Mac) in "Cheaper Than Free", con Martina McBride in "All Messed Up", con Colbie Caillat in "Bulletproof Vest", ed in u paio di brani con le The Secret Sisters, tutte stelle del country statunitense degli ultimi anni. Quello che ne esce è un disco di indubbio fascino che se da un lato non presenta brani che si distinguono dagli altri in quanto a qualità, è pur vero che tutte le tredici tracce viaggiano su livelli espressivi abbastanza alti. Pertanto, Dave preferisce raccontare, distillare storie comuni e semplici piuttosto che melodie di facile presa. Ed il fatto che abbia composto assieme a Bob Dylan - "Worth The Waiting For" - la dice lunga su quali sono le sue nuove priorità artistiche. E siamo certi che 'The Blackbirds Diaries' saprà farsi valere non tanto e solo per il nome riportato in copertina, ma in particolare per il suo effetivo calibro.
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