STEPHEN PEARCY: Smash
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31/01/2017Siamo onesti: i Ratt non sono mai stati una grande band, e Stephen Pearcy non è mai stato un gran cantante. Vuoi perchè la loro attitudine al passo con i tempi era più credibile di altri, vuoi perchè (quasi) qualsiasi cosa provenisse dalla scena californiana negli anni '80 di matrice hair metal/glam rischiava di essere pubblicata solo per una questione commerciale, il quintetto di LA ha portato a casa più di quanto effettivamente meritasse. Con soli sette dischi in studio in oltre 30 anni di carriera, dopo tragedie (la morte di Robbin Crosby nel 2002), e liti interne alla band con il gruppo oggi in pratica sdoppiatosi, i Ratt continuano a non trovare pace ed un posto solido nella storia del rock'n'roll. E non lo troveranno di rimbalzo neanche con questo album solista di Spephen Pearcy, il quinto della sua personale carriera, in uscita per Frontiers Records. Si, perchè 'Smash' riflette in larga parte la carriera della band madre: brani perlopiù non eccezionali, con alcuni momenti gloriosi. Il motivo potrebbe essere la troppa dispersione di stili che inevitabilmente va a condizionare l'incisività di canzoni che suonano ora più moderne, ora più ottantiane, prive della stessa intesità emotiva. Eppure, se la prima parte del disco scivola via senza grosse sorprese con canzoni oneste e nulla più, registriamo momenti più intensi e di un certo spessore nella seconda grazie a salutari bordate di ringhiante rock'n'roll come "Passion Infinity", o "Rain" (più composta, ma pur sempre maleducata a dovere). Un insieme di fattori, questi, che rende il disco abbastanza piacevole, ma che non lascia alcuna traccia. E di uscite di questo spessore, purtroppo, ne è pieno il mercato. Ne abbiamo davvero bisogno?
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