SONS OF SEASONS: Magnisphyricon
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08/04/2011Oliver Palotai colpisce ancora, non pago dei "suoi" Kamelot sforna il secondo lavoro dopo il buon successo dell'esordio avvenuto due anni orsono. Pepe Pierez ha sostituito il "nostro" Luca Princiotta e, ad essere onesti, sforna una prestazione di tutto rispetto, mentre conferma le sue buone capacità in questo genere Henning Basse che forse è più a suo agio qui rispetto alla sua band d'origine, i Metalium. Questo disco prosegue la via tracciata dal precedente 'Gods Of Vermin', un power sinfonico con alcuni accenni prog, il tutto infarcito da discrete melodie negli incisi le quali valorizzano i brani senza lasciarli ad un unico orgasmo tecnico. Ma ombre di sentimento serpeggiano come in "Soul Symetry" che ne è un chiaro esempio. Se poi in "Sanctuary" ci mettiamo Simone Simons a duettare con Hennin, il gioco è fatto anche se potente è l'aria di Nightwish che qui si respira. Il problema principale è che, oltre il brano di cui sopra e un stralci presi qui e là e la superba prestazione tecnica, il tutto risulta alla lunga un po' monotono; troppo stantio è il susseguirsi dei brani dove l'unico effetto sortito nell'ascoltatore è l'averlo fatto distrarre e portato a pensare agli affari suoi, e questo è un male estremo. In pratica è solo una timida aggiunta al marasma di band che oggi si dedicano a questo genere dove l'unico pensiero che ci avvolge è "bravi, veramente bravi, ma che noia".
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