SONIC UNIVERSE: It Is What It Is
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06/04/2024Il colore nella musica. Il nero (black music) nasce dalle ceneri del rhythm and blues, si concentra sul ritmo, attrae i jazzisti, fa star meglio, fa ballare, arriva da molto lontano (Louis Jordan con il suo shuffle boogie, Ike Turner, James Brown e poi tanti altri in un’evoluzione continua). Colore di musica e colore di pelle, un tempo questa distinzione era molto più sentita di oggi. Ma quanti colori in quell’estate del 1969, quaranta ore di concerto (nel 2021 divenuto film documentario, ‘Summer Of Soul’); Sly Stone si presentava sul palco con la sua “famiglia” e due innesti (un sassofonista ed un bassista, bianchi): Sly & The Family Stone in una vera novità, una fusione di colori con “I Want To Take You Higher”, (e Boom laka-laka-laka, Boom laka-lak-goon-ka-boom, ripeteva il coro). Incastri, innesti, suggestioni! Le stesse che come per magia mi hanno riportato a quel Woodstock nell’ascolto di uno dei singoli in uscita (“Higher”) del debutto dei Sonic Universe. Nuovo progetto multicolor e se vogliamo multirazziale per i generi musicali di provenienza. Cosa fanno insieme, in studio di registrazione (Sonic Stomp Studios, 2022), un cantante superlativo Corey Glover (Living Colour), dall’animo soul/R&B, un chitarrista virtuoso, funambol come Mike Orlando (Adrenaline Mob, Noturnall, e carriera solista con due album Sonic Stomp), un batterista hardcore, Takywuan Jackson (Sworn Enemy), ed un bassista jazz, Booker King (già in formazione con Glover nel ’99 nei Vice e poi collaborazioni con Jane Siberry, Santana, Stephanie Mills, Dean Brown, etc)? Realizzano un progetto, ‘It Is What It Is’ (prodotto e mixato da Mike Orlando), di dieci tracce, che va oltre le loro suggestioni; Living Colour e Adrenaline Mob sono solo una partenza (entrambe le formazioni ferme all’ultimo disco del 2017). Ciò che si percepisce è il prodotto finale: funk metal, sfumature free jazz e prog, prodotto non troppo anticonvenzionale, ma diretto, veloce e potente (oserei dire nove tracce tono su tono tutte heavy, eccellenza per la traccia finale), ed una “Whispear To A Scream” che si contraddistingue (fa pensare ad un colore, il blue), per l’elasticità del tempo dove Corey Glover tiene la nota sospesa, ed il drummer inciampa, si rialza, si arresta e rincorre un tempo tutto suo (shuffle blues). Si parte con “I Am” la composizione dall’effetto scratch per il groove del basso che gira avanti ed indietro; il graffio non è indotto dalla puntina sul disco, ma dalla chitarra; nello stesso brano si passa da funk a prog, e chi abilmente riassembla la struttura è Corey Glover. Il moschettiere Mike Orlando mostra tutte le sue tecniche per creare tensione ed eccitazione; qui lo shred non annoia. Il vocalist dona libertà all’interpretazione. La voce accenta sbuffi, acuti strazianti e grida di rabbia (quanto è esplosiva “Beautiful Disunity”!). Pertanto, non è un proseguo della discografia dei Living Colour, e nemmeno degli Adrenaline Mob, ma nemmeno una realtà crossover più coraggiosa, se vogliamo affine a Faith No More, Bad Brains, Mordred, 24-7 Spyz, etc. Professionisti come Corey Clover non dovrebbero allontanarsi dalla scena musicale per così tanto tempo; se interpellati, rendono vivido ogni progetto!
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