SHOCK TROOPERS: SHOCK TROOPERS
data
01/05/2008La nuova frontiera del trashcore nostrano viene dalla Sicilia e porta il nome degli Shock Troopers. La band palermitana ha pubblicato lo scorso anno il suo omonimo disco d’esordio, distribuito però in sole 500 copie nel circuito underground; ora, grazie ad un deal con la Punishment 18 Records, l’album viene presentato in una confezione rinnovata ed ottiene, finalmente, la distribuzione che merita. Il prodotto che ci troviamo di fronte è composto da 10 tracce di violentissimo trashcore d’annata, con l’aggiunta di 2 bonus live tracks. Sin dai primi ascolti è facile accorgersi di quali siano le bands di riferimento del sound degli Shock Troopers: S.O.D. e D.R.I. in primis, ma anche Wehrmacht e Nuclear Assault nelle parti più metallose. I nostri non scendono certo a compromessi: loro principale obiettivo è tributare il meritato riconoscimento alle cult bands degli anni ’80, senza lasciare che sonorità più moderne si impadroniscano del loro sound e senza nemmeno peccare di mancanza di originalità, grazie a degli arrangiamenti ottimi e mai banali. E noi di questo non possiamo che essere contenti, in un periodo come quello attuale in cui in nome della novità ad ogni costo sono state create una quantità industriale di bands che sembrano aver dimenticato del tutto le sonorità, l’attitudine e lo spirito dei bei tempi che furono. La mattanza sonora inizia con “A Reason For Your War”, che chiarisce subito quali siano le intenzioni della band: ritmi frenetici, stacchi devastanti, chitarre taglienti come un coltello da guerra, la batteria che spara colpi a raffica come un RPG. La successiva title-track segna un leggero rallentamento (si fa per dire...), dedicandosi a sonorità più propriamente thrash metal, mentre la seguente “Goodbye Liver” riattacca (dopo una simpatica dichiarazione d’intenti firmata Homer Simpson) con ritmi ai confini della realtà. Il disco prosegue così per una trentina di minuti, regalandoci altre perle di puro thrashcore come “Allowed Submission”, “O.P.A.”, “Brainsucker” e “Nothing Remains”. Da segnalare anche l’ottima produzione, che regala all’album un suono all’altezza della situazione. Difficile trovare una caduta di tono o un difetto in un disco come questo; dunque, invece di cercare il pelo nell’uovo, preferiamo chiudere augurando ogni bene a questi cinque siciliani, sperando che tornino presto a regalarci un altro po’ di sano headbanging.
Commenti